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il delitto
21 Ottobre 2024 - 09:58
NAPOLI. Una vendetta trasversale o un attacco indiretto ai D’Amico del “Conocal”, in ogni caso organizzato e attuato dal clan De Micco. Ecco la pista più seguita dagli investigatori per leggere l’omicidio di Massimo Lucca, 43enne noto alle forze dell’ordine ma estraneo a vicende di malavita, zio di un ras emergente del gruppo dei “Fraulella” imparentato con uno dei boss detenuti. I carabinieri, coordinati dalla Dda, avrebbero dato una forte accelerata nelle ultime ore all’indagine che al momento sarebbero indirizzate esclusivamente verso i “Bodo”. Anche se come sempre in casi del genere, in un ambiente così vischioso come quello della criminalità organizzata, altre ipotesi non vengono trascurate.
Intanto a Ponticelli c’è un altro caso aperto: sarebbe Fabio Riccardi, sospettato in passato di legami con i De Micco ma successivamente assolto, uno dei due irreperibili da alcuni giorni, alle cui abitazioni avrebbero bussato le forze dell’ordine. Nel quartiere insistentemente si dà per certo che si sia consegnato, ma non ci sono conferme ufficiali. Fin dal primo momento l’omicidio di Massimo Lucca è apparso di stampo camorristico, già a giudicare dalla dinamica. L’uomo è caduto in un’imboscata poco dopo essere uscito da casa.
Si trovava in via Callas angolo via Mario Palermo, nei pressi dell’Ospedale del Mare due sicari su uno scooter l’hanno intercettato e riempito di piombo con ben 4 colpi di pistola tra il torace e all’addome. Soccorso da un automobilista di passaggio, il 43enne è arrivato vivo a Villa Betania sia pur in gravissime condizioni. Però non ce l’ha fatta per la gravità delle ferite e poco dopo è morto. Erano circa le 16 di sabato.
Il quartiere Ponticelli continua a essere nell’occhio del ciclone, dimostrandosi il più “caldo” di Napoli. Gli ambienti criminali sono nuovamente in fermento per le ripetute operazioni anticamorra compiute da carabinieri e polizia con il coordinamento della procura antimafia. Prima il colpo inferto ai De Luca Bosssa-Minichini; poi l’arresto del ras emergente Salvatore Montefusco detto “Zamberletto” e infine l’operazione contro i De Micco-De Martino con 60 arresti lo scorso 8 ottobre, ma che non sembra aver comportato il kappaò per i “Bodo” e gli storici alleati.
Nel mezzo, e non è circostanza da poco, si è verificato l’omicidio di Emanuele Pietro Montefusco, estraneo ai clan ma fratello di “Zamberletto”. Un’altra vendetta trasversale. Torniamo alla dinamica dell’agguato dell’altro ieri sera. Massimo Lucca si trovava da solo in via Mario Palermo quando sono entrati in azione i sicari. Dalla dinamica si capisce che il raid non è stato occasionale. Probabilmente il 43enne era stato seguito oppure una “soffiata” aveva avvertito gli assassini della sua presenza e così l’esecutore materiale ha avuto gioco facile nel fare fuoco da breve distanza a colpo sicuro. L’uomo, centrato ad organi vitali, si è accasciato in un mare di sangue ma respirava ancora all’arrivo dei primi soccorritori. Purtroppo , nonostante la corsa in ospedale, la morte è sopraggiunta nell’ospedale evangelico Villa Betania.
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