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Festival delle Regioni
22 Ottobre 2024 - 08:25
Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca
NAPOLI. Sanità e autonomia: questi i temi sui quali Vincenzo De Luca torna all’attacco. Al Festival delle Regioni di Bari, il governatore campano lancia l’allarme: «Siamo sul punto di chiudere i pronto soccorso, è chiaro? Ma vedo che non ci sono le decisioni necessarie per superare queste criticità. Le risorse non sono sufficienti e tra l’altro la Campania è ultima nel riparto del fondo sanitario nazionale, siamo stati derubati di quasi dieci miliardi di euro in un decennio».
De Luca, per questo, ribadisce la proposta di «dare le stesse risorse per ogni cittadino italiano e lo stesso numero di medici e infermieri per ogni mille abitanti. E si vietino i contratti regionali per sanità e scuola. Avremo un miliardo e 300 milioni per il prossimo anno, per il resto non si sa. Non abbiamo risorse assumere 30mila infermieri e 20mila medici».
Sulla manovra, il numero uno di Palazzo Santa Lucia ribadisce che «i finanziamenti sono sottodimensionati per la sanità. Dai nostri calcoli viene fuori che per il 2026 scendiamo sotto il 6 per cento di prodotto interno lordo. Personalmente avrei evitato l’accorpamento delle aliquote Irpef e, invece, destinato i quattro miliardi di euro tutti alla sanità pubblica». Poi l’affondo sull’autonomia differenziata che definisce «un progetto pericoloso per sanità pubblica e scuola pubblica. La battaglia va fatta sui due fronti, quelli della legge Calderoli e della palude burocratica centrale e nazionale».
Poi, rivolto proprio al ministro leghista che siede in platea: «Calderoli ci ha garantito che avrebbero trovato il finanziamento per i Lep e questa cosa mi ha fatto commuovere... Ricordo che all’inizio avevi detto che l’autonomia differenziata non avrebbe comportato oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato. Non lo so come si conciliano le due cose, inizio ad avere qualche dubbio. Ma vedremo. Secondo Calderoli abbiamo fatto centinaia di riunioni in Conferenza Regioni. Ma lui la dava come cosa positiva ma credo che questa sia la fotografia dell’Italia, un Paese che affonda in una palude burocratica. Siamo all’anno mille, altro che intelligenza artificiale».
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