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Camorra
23 Ottobre 2024 - 08:45
A entrare in azione sono stati i poliziotti del commissariato Bagnoli e della Squadra mobile; nel riquadro il ras Massimiliano Esposito, 53 anni
NAPOLI. Non si preoccupava di non dare nell’occhio, del resto si era messo tranquillamente al volante di una costosissima Audi “R8” color viola. Massimiliano Esposito, alias “’o scognato”, si sentiva sicuro di sé, tanto da non essersi nemmeno allontanato più di tanto da Napoli: appena una manciata di chilometri. Il ras di Bagnoli, in fuga dal 17 settembre scorso, non aveva però fatto i conti con i “mastini” della polizia di Stato che da oltre un mese gli stavano dando la caccia monitorandone ogni mossa e ogni contatto.
La latitanza del boss flegreo è così giunta al capolinea nella notte a cavallo tra lunedì e martedì, intorno alle tre, quando gli agenti della squadra giudiziaria del commissariato Bagnoli e della Squadra mobile l’hanno bloccato mentre si apprestava a entrare nell’hotel “Napoleon-Cuore”, in località Qualiano.
Circostanza alquanto singolare: con la cattura del ras flegreo, l’intera famiglia Esposito si trova adesso detenuta, dai figli Christian e Massimiliano Giuseppe Junior, alla moglie Maria Matilde Nappi. Tornando invece al 53enne “scognato”, sulla sua testa pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione per delinquere di tipo mafioso, in qualità di capo e promotore.
Il ras doveva inizialmente rispondere anche di un’altra accusa, quella di essere stato il mandante dell’omicidio di Antonio Ivone, assassinato nel lontano 2000 in via Tertulliano, al rione Traiano. In quest’ultimo caso, però, il tribunale del Riesame pochi giorni fa, accogliendo l’istanza del difensore di Esposito, l’avvocato Rocco Maria Spina, ha annullato il provvedimento cautelare, ritenendo inattendibili i collaboratori di giustizia che avevano puntato il dito contro il ras flegreo.
Quanto al blitz messo a segno la scorsa notte dalla polizia di Stato, la retata è scattata a due passi dall’albergo ad ore situato in località Qualiano. Resosi conto di essere ormai braccato, “’o scognato” ha abbozzato un tentativo di fuga, contando forse sulla potenza dell’auto sportiva che stava guidando.
Il tentativo si è però subito rivelato fallimentare e per il 53enne ras sono scattate le manette. Esposito, stando a quanto emerso fin dalla prima perquisizione, non aveva addosso armi e neppure documenti falsi. Dopo le formalità burocratiche di routine, per lui si sono quindi spalancate le porte del carcere di Secondigliano, in attesa dell’interrogatorio di garanzia fissata per questa mattina.
Accompagnato dal suo legale, Esposito dovrà decidere se rispondere alle domande del gip in merito ai nuovi affari del clan EspositoNappi o avvalersi della facoltà di non rispondere. Secondo quanto emerso dall’ultima inchiesta della Dda di Napoli, la cosca flegrea, estensione del temibile clan Licciardi di Secondigliano, negli ultimi anni avrebbe conquistato il monopolio degli affari illeciti tra Bagnoli, Coroglio e parte di Cavalleggeri d’Aosta. Il clan avrebbe organizzato in particolare un colossale giro di spaccio nelle discoteche e imposto decine di estorsioni ai parcheggiatori abusivi.
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