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sanità
23 Ottobre 2024 - 15:04
NAPOLI. “Siamo di fronte all’ennesimo, insopportabile paradosso in cui si trova la sanità territoriale nell’area metropolitana di Napoli, con strutture di prossimità finanziate dal PNRR che non vedono la luce e personale infermieristico idoneo e tuttora disoccupato nonostante i vuoti esistenti negli organici delle tre Asl. Una situazione incredibile, che mette a rischio il diritto costituzionale alla salute per i cittadini, mentre le istituzioni competenti sfornano circolari per assumere infermieri ...indiani”.
Luigi D’Emilio, leader della Cisl Funzione Pubblica di Napoli è su tutte le furie. “I burocrati - dice - si limitano a fare il compitino, e lo fanno pure male. Prima le aziende Napoli 1 Centro, 2 Nord e 3 Sud hanno avviato una manifestazione di interesse per gli addetti interessati a transitare dalle strutture sanitarie attuali alle future case ed ospedali di comunità, senza preoccuparsi, a fronte della legittimità per tutti di scegliere, di individuare le sostituzioni. Una operazione non certo brillante perchè sguarnisce in pratica quello che c’è per potenziare quello che non c’è e non si sa quando arriverà. Poi si è passati alla ricognizione del fabbisogno per chiamare personale infermieristico indiano, in applicazione del decreto legge 145 sull’ingresso in Italia di lavoratori stranieri, dimenticando che quella norma può essere utile al Nord dove non ci sono professionisti, non a Napoli dove, accanto agli attuali idonei, a novembre si aggiungeranno altri 400 laureati pronti ad essere arruolati. Insomma, un vero ed incredibile papocchio!”.
I numeri attuali spiegano la denuncia del sindacato. La strutture di prossimità individuate a Napoli e provincia sono 143, di cui 88 case di comunità, 32 centrali operative e 23 ospedali di comunità, che devono essere dotate di dipendenti. Gli attuali vuoti rispetto agli standard previsti dai piani aziendali sono pari a mille, solo di infermieri. L’offerta oggi esistente nelle varie graduatorie sarà ulteriormente ampliata con i nuovi titolati in uscita a giorni dalle università. “Ci sono perciò tutte le possibilità - a detta della Cisl di categoria - per incrociare bisogni e disponibilità”.
“Non si capisce - conclude il segretario generale della FP D’Emilio - perchè non si procede. Siamo pronti ad aprire una grande vertenza su questo tema coinvolgendo la confederazione territoriale della Cisl e i sindaci dell’ area metropolitana perchè con la salute non si può perdere tempo, col rischio reale che i nostri professionisti, apprezzati in tutto il mondo, vengano attratti dall’estero dove sono pronti ad assumerli ed a pagare anche meglio. Chi comanda la smetta di fare ...l’indiano”.
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