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Il processo

Tony Colombo e Tina Rispoli, pugno duro dei pm

La Procura vuole nove anni di carcere a testa per la coppia. Ora la parola alla difesa

Tony Colombo e Tina Rispoli, pugno duro dei pm

Tony Colombo e Tina Rispoli

NAPOLI. Amore e affari. Un connubio descritto ieri in aula dal pm della Dda Lucio Giugliano a proposito della coppia vip napoletana Tony Colombo e Tina Rispoli, per la quale ha chiesto 9 anni di reclusione a testa per concorso esterno in associazione mafiosa.

Lei, vedova del boss di camorra Gaetano Marino, avrebbe ereditato parte dei capitali del clan secondiglianese creando una holding di cui uno degli asset sarebbe rappresentato proprio dal cantante neomelodico di successo Tony Colombo, «fidelizzato con un mutuo così oneroso da non poter essere restituito e quindi legato sempre più da un vincolo anche personale alla Rispoli, trasformato in una relazione nel 2015, seguita da un fidanzamento e dal matrimonio nel 2019».

Le immagini delle nozze, celebrate in piazza del Plebiscito con tanto di concerto abusivo finito poi nel mirino della Corte dei Conti, fecero il giro d’Italia. Dopo la raffica di manette scattata a ottobre scorso, ieri mattina è entrato nel vivo il processo di primo grado che si sta celebrando con il rito abbreviato e il pubblico ministero della Dda Giuliano ha snocciolato argomentando a lungo le richieste di condanne.

Come per il ras di Secondigliano Vincenzo Di Lauro, secondogenito dello storico capoclan «Ciruzzo ’o milionario», per il quale ha chiesto 20 anni di reclusione. L’imputato, difeso dagli avvocati Antonio Abet e Antonio Liguori, ha reso dichiarazioni spontanee: «Sono stato monitorato per 3 anni. È mai possibile che non sia mai stato trovato un reato fine a mio carico di natura camorristica, ma solo l’associazione?».

La stessa pena per Di Lauro è stata invocata anche per Raffaele Rispoli, fratello di Tina e altra figura chiave dell’inchiesta che lo scorso anno aveva messo in luce l’imponente giro di denaro sporco investito e ripulito grazie al commercio di sigarette di contrabbando e di abbigliamento.

Le altre richieste di condanna riguardano Raffaele Di Natale (14 anni); Giovanni Cortese (9); Alessandro Nocera (12); Gennaro Nocera (12), Pietro Granata (6 anni e 8 mesi); Gennaro Rizzo (8 anni); Salvatore Esposito (5). Tutti gli imputati ovviamente devono essere ritenuti innocenti fino all’eventuale condanna definitiva.

Quanto al coinvolgimento di Tony Colombo, il pubblico ministero ha ricordato il rammarico del neomelodico in seguito al sequestro di una fabbrica di sigarette di contrabbando riconducibile alla cosca. Ignaro di essere sotto intercettazione, il cantante di origini palermitane affermava: «Ho perso tutto». Tra gli avvocati difensori impegnati nel processo, ai quali toccherà scalfire le tesi dell’accusa, figurano i penalisti Antonio Abet, Andrea Imperato, Dario Carmine Procentese, Sergio Cola, Antonio Liguori e Paolo Trofino.

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