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Campania, è allarme ambiente

Tutti i cinque capoluoghi retrocedono in classifica, Napoli la città peggiore

Campania, è allarme ambiente

NAPOLI. L’ultimo rapporto Ecosistema Urbano 2024, realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e “Il Sole 24 Ore”, ha tracciato un quadro allarmante della situazione ambientale nei capoluoghi di provincia della Campania. Tutti e cinque i capoluoghi regionali hanno infatti registrato un peggioramento rispetto all’anno precedente, scivolando sempre più in basso nella classifica nazionale.

NAPOLI: UN PRIMATO NEGATIVO. Napoli, in particolare, si conferma come la peggiore tra le grandi città italiane, posizionandosi al quart’ultimo posto della classifica. Un risultato che evidenzia come la metropoli partenopea sia alle prese con una serie di criticità ambientali ormai croniche, tra cui l’inquinamento dell'aria, la gestione dei rifiuti e la scarsità di aree verdi.

CASERTA, SALERNO E AVELLINO: UN DECLINO GENERALIZZATO. Anche gli altri capoluoghi campani non se la cavano molto meglio. Caserta scivola al 98esimo posto, Salerno retrocede di 11 posizioni e si classifica all’88esimo posto, mentre Avellino si trova nei bassifondi della classifica, al 66esimo posto. Solo Benevento, seppur in leggera flessione, riesce a mantenere una posizione leggermente migliore.

LA DISPERSIONE DELLA RETE IDRICA. Andando ad analizzare i singoli capitolo di questo declino un posto di rilievo lo assume senza dubbio la dispersione della rete idrica. Con lo spettro della siccità incombente, infatti, i numeri diffusi dalla ricerca sono davvero un pugno nello stomaco. Per stimare la dispersione della rete idrica si calcola che la quota di acqua potabile immessa in rete e non consumata per usi civili (domestici, servizi, usi pubblici e usi gratuiti), industriali e agricoli venga, in qualche modo, dispersa dal sistema.

Nel 2023 sono ben tre capoluoghi con perdite superiori o uguali al 50%: primato negativo a Salerno e Caserta con il 61%, segue Benevento con 57%. Sono cifre davvero che dovrebbero far riflettere, se teniamo presente che la Campania settentrionale vive già un potenziale rischio di siccità, con i principali fiumi della regione che da quattro anni registrano livelli minimi di portata: il livello dell’acqua del Sele, del Volturno e del Garigliano ha recentemente registrato un netto calo.

RIFIUTI, UNA GESTIONE ANCORA IN RITARDO. Non va meglio sul fronte dei rifiuti. Solo Salerno e Avellino, superano l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata fissato per il 2012 rispettivamente con una percentuale del 74% e del 66%. Benevento si avvicina con 63,7% di raccolta differenziata. Chiudono Caserta con il 55% e Napoli, ancora lontana, con 39,3%. La produzione di rifiuti rappresenta una delle pressioni ambientali maggiori delle nostre città e non solo laddove si sono verificate delle emergenze legate a raccolta e smaltimento. Per questo motivo la riduzione della produzione dei rifiuti è un obiettivo importante individuato dalle politiche europee e nazionali. Napoli con 534 kg supera la media nazionale di 513 kg/abitante all’anno mentre gli altri capoluoghi sono al di sotto della media nazionale.

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