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Sanità

De Luca lancia il nuovo allarme: «I pronto soccorso a rischio chiusura»

Il governatore: «Mancano i medici per i turni anche nei grandi ospedali». Manfredi: «Pochissimi anche i medici di base nelle periferie»

De Luca lancia il nuovo allarme: «I pronto soccorso a rischio chiusura»

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca

NAPOLI. «Nei pronto soccorso oggi non siamo in condizione di fare turni normali perché mancano i medici. Accade oggi nei luoghi territoriali ma presto anche su ospedali grandi come Cardarelli, Ospedale del Mare, e all'ospedale di Salerno». Lo ha detto il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, nel suo intervento al giuramento di Ippocrate dei nuovi medici laureati in Campania.

«In alcune realtà, non in Campania per ora, i dirigenti devono fare ricorso ai contrattisti esterni, che guadagnano il triplo senza contratto e non sanno fare niente - ha spiegato - Ma fanno così perché in Italia non si fanno i conti, rischiamo di chiudere i pronto soccorso di Cardarelli e Ospedale del Mare perché nel 2025 non c'è la possibilità di fare nuove assunzioni. Ma vedo oggi qui un'aria serena. Noi intanto continuiamo ad avere 180 milioni in meno di finanziamento rispetto alle altre Regioni e abbiamo in Campania come conseguenza il livello più basso di posti letto, 2,3 su 1000 abitanti rispetto ai 3,4 e 3,6 delle Regioni del Nord».

L’ALLARME DEL SINDACO. Allarmi simili vengono anche dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: «I 530 nuovi giovani medici che hanno partecipato oggi alla cerimonia del Giuramento di Ippocrate, a Città della Scienza, sono una risorsa indispensabile. Ma è chiaro che oggi noi dobbiamo affrontare dei problemi complessi perché molti di questi ragazzi, per vari motivi, non sceglieranno quello che oggi serve alla sanità, cioè lavorare nell'emergenza, lavorare nella medicina territoriale. Questo - ha detto il primo cittadino - rappresenta una grande limitazione rispetto ai servizi che vanno erogati ai cittadini. Parliamo di un grande tema che si sta sempre più ampliando e che deve avere una risposta anche, probabilmente, da un cambio normativo e di trattamento salariale».

L’AFFONDO AL GOVERNO. Da entrambe le parti arrivano anche affondi al Governo. «Io prenderei le risorse della manovra 2025 del Governo sull'accorpamento di due aliquote Irpef che vale 4 miliardi, e le caricherei tutti sulla sanità pubblica italiana, con una scelta politica forte. Così significherebbe caratterizzare la democrazia del Paese. Lo dico a tutti i partiti di mettere al centro questa idea», ha aggiunto De Luca.

«Vorremmo fare concorsi per 30mila nuovi assunti, di cui 20mila infermieri e 10mila medici ma non saremo in grado di farli. Già oggi, a proposito di numero chiuso e numero aperto, teniamo tutto chiuso, sigillato, ma nel frattempo in alcune Regioni arrivano i medici da Cuba e in alcune realtà - non in Campania, ma ancora per poco - i direttori generali, per reggere i turni ordinari, devono fare ricorso ai contrattisti, cioè medici di cooperative che per fare un'ora di servizio guadagnano il triplo rispetto ai dipendenti pubblici e non garantiscono nessun servizio».

«Oggi viviamo un momento molto complicato, oggi la sanità ha sempre più domanda e meno possibilità di offerta ed è necessario riguardare il sistema in primo luogo finanziandolo di più. La sanità italiana è quella con la percentuale più bassa di investimenti», ha evidenziato invece Manfredi.

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