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Chiaia
29 Ottobre 2024 - 08:47
Le indagini sono state condotte dalla Squadra mobile; nei riquadri il ras Rosario Piccirillo “’o biondo” e il figlio Antonio
NAPOLI. In seguito alla sparatoria che in piazza Nazionale era quasi costa la vita alla piccola noemi si era distinto per essersi dissociato dalle attività criminali del padre, Antonio Piccirillo, figlio di Rosario Piccirillo, detenuto ed elemento di spicco della camorra napoletana, in particolare della zona della Torretta di Chiaia. Entrambi nel primo pomeriggio di ieri sono stati arrestati dalla Squadra mobile di Napoli con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Il provvedimento è stato emesso dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Dda (pubblici ministeri Mariangela Magariello e Celeste Carrano). Sono accusati di avere avanzato richieste estorsive nei confronti di imprenditori che gestivano gli ormeggi per le imbarcazioni da diporto nei moli di Mergellina.
E tra le vittime figurano anche la tiktoker Rita De Crescenzo e suo marito, destinatari di una richiesta estorsiva di qualche migliaio di euro: il compagno della De Crescenzo, gestiva infatti alcuni ormeggi. Antonio Piccirillo si sarebbe presentato alle vittime come emissario del padre e le avrebbe anche minacciate pretendendo la gestione in esclusiva di alcune boe per l’ormeggio e, in alcuni casi, anche l’assunzione di personale compiacente. Sarebbe stata pretesa anche la gestione monopolistica di alcuni natanti ormeggiati nei campi boe delle vittime, e destinati al noleggio.
Negli ultimi anni Piccirillo junior era assurto agli onori delle cronache per la sua partecipazione a manifestazioni anti-camorra in occasione delle quali diceva di dissociarsi dagli ambienti della criminalità organizzata, rinnegando anche la figura del padre camorrista. Nel maggio del 2019 prese parte a un sit-in anticamorra organizzato dopo il ferimento della piccola Noemi, la bimba di 4 anni colpita insieme con la nonna in piazza Nazionale durante un agguato di camorra tra la folla.
Nel 2021 è stato pure candidato come consigliere di municipalità alle elezioni amministrative. Piccirillo junior era tra l’altro già indagato a piede libero per un’altra vicenda estorsiva ai danni di un commerciante di abbigliamento della Torretta. All’incontro si sarebbe presentato con il padre boss, nel 2021 da poco tornato in libertà, con quest’ultimo che subito intimò al commerciante «il pagamento di una tangente di 20.000 euro», con tanto di minaccia poco velata: «Sai come funziona…».
Da quel giorno iniziò un pressing asfissiante da parte di Rosario “’o biondo”, che contattò più volte la vittima invitandola a «non dimenticarsi di lui». La situazione precipita l’11 febbraio, quando l’imprenditore viene massacrato da Raffaele Piccirillo, fratello di Antonio, con un bottiglia di vetro: «A mio padre il rifiuto non lo dà nessuno... e ti devo anche sparare». Le indagini della Mobile scattano subito e il cerchio si stringe sempre più. Antonio Piccirillo e i due familiari erano così finiti sotto inchiesta con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, mentre per il solo Raffaele la Procura ha ipotizzato pure le lesioni personali.
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