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Scacco ai narcos del “Bronx”

La linea della procura non sfonda: arrivano 12 condanne, ma con pene al ribasso

Scacco ai narcos del “Bronx”

NAPOLI. Scacco alla nuova holding di narcotrafficanti con base nel “Bronx” di San Giovanni a Teduccio. La gang azzerata a febbraio scorso ieri mattina è andata alla sbarra per la conclusione del processo di primo grado celebrato con il rito abbreviato, rimediato dodici condanne per un totale di poco più di cinquant’anni di reclusione.

Il verdetto del gup ha però sposato solo in parte la linea della procura, che in sede di requisitoria aveva invocato condanne ben più alte per quasi tutti gli imputati. Questo nel dettaglio il dispositivo di sentenza: Giovanni Paduano, difeso dall’avvocato Leopoldo Perone, 6 anni e 8 mesi a fronte di una richiesta di ben 16 anni; Nunzio Todisco, 7 anni; Francesco Gargiulo, 7 anni e 2 mesi; Carmine D’Agostino, 4 anni e 2 mesi; Mario Mandato, 4 anni e 2 mesi; Cesare Puca, 8 anni; Ciro Romano, 6 anni e 8 mesi; Giuseppe Esposito, 2 anni e 4 mesi; Carmine Sauchelli, 4 anni; Clemente Di Cicco, 1 anno; Antonio D’Agostino, 1 anno e 10 mesi (con sospensione della pena); Felice D’Onofrio, assolto per non aver commesso il fatto.

Il verdetto ha dunque soddisfatto soprattutto le aspettative del collegio difensivo, composto tra gli altri anche dagli avvocati Domenico Dello Iacono e Salvatore Impradice. La base operativa era nel “Bronx” di San Giovanni a Teduccio, ma le ramificazioni arrivavano fino al Casertano e a Roma.

Il giro di droga e tabacchi di contrabbando, lavorati all’estero, avrebbe fruttato guadagni illeciti fino a 20 milioni di euro all’anno ai componenti di un gruppo che operava principalmente a Napoli e provincia, raggiungendo in particolare Maddaloni e sfruttando i collegamenti con la capitale per importare droga e tabacco. A capo secondo gli inquirenti c’era Giovanni Capuano, ipotesi accusatoria che non ha però passato il vaglio del gup, con il quale collaboravano strettamente Michele Sannino, Nunzio Todisco, Cesare Puca, Francesco Gargiulo e Ciro Romano.

Complessivamente nell’inchiesta della Dda figuravano in 16, dei quali 11 in arresto (sei in carcere e cinque ai domiciliari) e cinque indagati a piede libero. Le indagini sono state condotte dai poliziotti della Narcotici della Squadra mobile della questura con la Guardia di finanza di Fiumicino. Per un anno e mezzo gli investigatori hanno agito nell’ombra con pedinamenti, video, fotografie e intercettazioni acquisendo indizi consistenti.

In una delle telefonate intercettate due indagati, dopo aver subito una perquisizione in un capannone, temevano che qualcuno si fosse pentito: «Che pensi tu? Un macello... qualcuno ha cacato? Ah sì?». Le ordinanze di custodia cautelare avevano così riguardato: Giovanni Paduano (originario di San Giorgio a Cremano); Nunzio Todisco; Francesco Gargiulo; Michele Sannino, Carmine D’Agostino (di Pomigliano d’Arco); Mario Mandato (di Maddaloni); Cesare Puca; Ciro Romano; Giuseppe Esposito; Carmine Sauchelli (di Santa Maria Capua Vetere) e Francesco Longobardi (di Castellammare di Stabia). Ieri è arrivata la prima raffica di condanne.

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