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La novità
01 Novembre 2024 - 08:58
I quartieri periferici delle grandi città italiane, Napoli compresa, rappresentano un microcosmo dove le disuguaglianze sociali si manifestano in modo evidente. Secondo un rapporto di Save the Children, quasi 4 milioni di bambini e adolescenti che vivono in questi contesti sono privati di opportunità fondamentali per una crescita sana e serena. Per questo il Senato ha deciso di istituire una Giornata Nazionale e di farlo proprio il 24 giugno giorno in cui fu uccisa a Caivano Fortuna Loffredo.
NAPOLI, UN CASO EMBLEMATICO. Chi dice periferia, dice mondo dal quale è difficile venire fuori. Napoli, come in altre città del Sud, il problema è particolarmente sentito. Quartieri come Scampia, Barra e Ponticelli, per citarne alcuni, presentano criticità significative in termini di servizi, infrastrutture e opportunità educative. I bambini che crescono in queste zone sono spesso costretti a vivere in condizioni di disagio abitativo, con case fatiscenti e sovraffollate, e hanno minori possibilità di accedere a spazi verdi, strutture sportive e culturali.
SCUOLE FATISCENTI E SERVIZI INSUFFICIENTI. Un altro problema grave riguarda le scuole. Molti edifici scolastici presenti nelle periferie italiane sono fatiscenti, privi di spazi adeguati e spesso non dotati di servizi essenziali come palestre, biblioteche e laboratori. Questo limita fortemente le possibilità di apprendimento e di crescita dei ragazzi. Da qui l’importanza degli spazi pubblici la mancanza dei quali, spazi pubblici sicuri e ben attrezzati, è un'altra criticità che affligge le periferie. Parchi, piazze e aree verdi sono spesso assenti o in condizioni di abbandono, limitando le possibilità di socializzazione e di attività all'aperto per i più giovani.
LE CONSEGUENZE DEL DISAGIO. Le conseguenze di questa situazione sono molteplici e si ripercuotono negativamente sullo sviluppo dei bambini e degli adolescenti. «La mancanza di opportunità educative, la scarsità di spazi adeguati e le condizioni di vita precarie possono portare all'isolamento sociale, alla disoccupazione giovanile e alla criminalità» ha sintetizzato Mario Ferro, psicosociologo che si occupa principalmente dell’età evolutiva. «Cosa fare? Io penso che per invertire questa tendenza è necessario un impegno concreto da parte delle istituzioni e della società civile. Sono necessarie politiche mirate che puntino a investire nelle periferie destinando a queste aree maggiori risorse per migliorare le condizioni di vita nei quartieri più svantaggiati, attraverso interventi di riqualificazione, la creazione di nuovi spazi verdi e la ristrutturazione delle scuole». Promuovere l'inclusione sociale e favorire l'integrazione dei bambini e degli adolescenti provenienti da contesti svantaggiati, attraverso progetti educativi e culturali che valorizzino le loro diversità è un altro punto di forza dei sociologi che proprio nei servizi sociali vedono un punto di riferimento essenziale. «Anche qui c’è necessità di un rafforzamento garantendo l'accesso a servizi di qualità per la prima infanzia, l'educazione e la salute, in particolare nelle zone più periferiche - ha ricordato Ferro -Coinvolgere i cittadini, promuovere la partecipazione attiva dei cittadini alla progettazione e alla gestione delle politiche per l'infanzia e l'adolescenza. Un futuro migliore è possibile perchè è fondamentale comprendere che investire sui bambini significa investire nel futuro del nostro Paese. Creare città più inclusive e giuste, dove tutti i bambini abbiano le stesse opportunità, è un obiettivo ambizioso ma raggiungibile». Secondo quanto emerso dalla ricerca “Fare spazio alla crescita”, promossa da Save the Children, queste politiche sono invece esattamente agli albori. Sono quasi 3 milioni e 800mila i ragazzi dai 0 ai 19 anni che vivono in 14 città metropolitane italiane e più a rischio di mancanza di stimoli e possibilità di crescita. «Nei quartieri periferici, dove vive la maggior parte di bambine, bambini e adolescenti, spesso mancano stimoli e opportunità» fanno sapere dalla onlus, che specifica come questi vuoti possano «lasciare spazio a isolamento e marginalità» e dove sussiste alla micro e macro delinquenza. E per sancire il definitivo interesse vero le periferie il Senato ieri ha approvato il disegno di legge sulla Istituzione della Giornata nazionale delle periferie urbane. Nel testo viene stabilito che «il giorno 24 giugno di ciascun anno è Giornata nazionale delle periferie urbane, al fine di conservare e rinnovare l'attenzione sulle condizioni di inclusività, sostenibilità e sicurezza, sullo sviluppo economico, sociale e culturale e sulla qualità della vita delle città e delle loro periferie».
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