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il verdetto
02 Novembre 2024 - 09:44
NAPOLI. Spaccio no stop e agguati per comandare al Parco Verde di Caivano, l’inchiesta che nel 2021 ha decapitato il clan Sautto-Ciccarelli supera, nonostante le numerose riduzioni di pena, anche la tagliola del secondo grado di giudizio. La corte di appello di Napoli ha infatti disposto trentanove condanne per capi e gregari della holding criminale, per un ammontare di oltre tre secoli e mezzo di reclusione.
Questo, nel dettaglio, il dispositivo di sentenza emesso dalla corte di appello: Marco Amato, 10 anni e 4 mesi; Antonio Andreozzi, 6 anni; Carmine Buonavolontà, 9 anni e 7 mesi; Pasquale Caruso, 9 anni e 11 mesi; Andrea Chiacchio, 8 anni; Antonio Cocci, 5 anni e 8 mesi; Raffaele Cocci, 13 anni e 4 mesi; Salvatore Costanzo, 8 anni; Pasquale Cotroneo, 11 anni e 6 mesi; Antonio Cozzolino, 4 anni e 1 mese; Alessandro Crispino, 8 anni; Ciro Cuomo, 8 anni e 4 mesi; Natascia Di Bartolo, 6 anni e 4 mesi; Domenico Di Laora, 8 anni; Pietro Esposito, 8 anni; Salvatore Fiammingo, 10 anni e 8 mesi; Domenico Fiorillo, 9 anni; Giuseppe Gelato, 9 anni; Ciro Iaccarino, 10 anni; Domenico Iaccarino, 13 anni e 4 mesi; Francesco Iorio, 13 anni e 6 mesi; Cristofaro Iuorio, 4 anni e 2 mesi; Pietro Iuorio, 9 anni; Antonio Liguori, 8 anni; Carmine Lucarelli, 16 anni; Ciro Lucarelli, 13 anni e 4 mesi; Gennaro Masi, 11 anni; Nunzio Montesano, 4 anni; Luigi Nicoletti, 14 anni; Andrea Oliviero, 9 anni; Luigi Perez, 9 anni e 2 mesi; Antonio Pignetti, conferma; Antonietta Ruggiano, conferma; Antonio Russo, 15 anni; Emilio Russo, 13 anni e 4 mesi; Mario Russo, 13 anni e 4 mesi; Nicola Sautto, 27 anni e 8 mesi; Salvatore Scaraglia, 8 anni; Giuseppe Serino, 4 anni e 2 mesi.
Esprime soddisfazione per il verdetto l’avvocato Rocco Maria Spina, difensore di Marco Amato e Luigi Nicoletti, che hanno ottenuto un’importante riduzione di pena grazie al riconoscimento del vincolo della continuazione con altre due sentenze; l’avvocato Spina assisteva poi anche Mario ed Emilio Russo, le cui condanne sono state ridotte a venti anni di carcere. Pene al ribasso anche per Antonio Andreozzi e Carmine Lucarelli, difesi invece dall’avvocato Leopoldo Perone. Tra le pieghe dell’inchiesta che aveva portato all’esecuzione di oltre cinquanta misure cautelari emergeva non soltanto l’incessante smercio di stupefacenti all’interno del Parco Verde di Caivano ma anche la volontà dei capi e dei promotori del clan di mettere a segno almeno due omicidi quantomeno singolari: il primo episodio ha visto protagonista il ras Massimo Gallo, che nel 2013 si sarebbe appostato per diversi giorni, armato di kalashnikov, all’interno di una scuola media della zona pronto a tendere un agguato al boss rivale Antonio Ciccarelli; nel secondo caso il piano di morte vide protagonista Gennaro Masi, oggi collaboratore di giustizia, il quale aveva preparato una vasca di acido nel quale avrebbe dovuto immergere il capopiazza Mario Russo. In entrambi i casi fu il capoclan Nicola Sautto a mettere pace.
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