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Sorrentino replica a don Rapullino: non è un'offesa, la Chiesa è troppo intelligente

I cronisti presenti tenuti a debita distanza. Sollecitate solo le domande del pubblico adorante e conformista

Sorrentino replica a don Rapullino: non è un'offesa, la Chiesa è troppo intelligente

Il regista di Parthenope, Paolo Sorrentino

CASORIA. All'Uci Cinemas Casoria, dove lo attendono in una delle sale un centinaio di fans ("Paolo, sono alla terza visione, come mi consigli di approcciare questo film?", gli chiede una ragazza) arriva il regista Paolo Sorrentino un po' frastornato. "Che devo fare?", chiede all'attore Peppe Lanzetta (il Cardinale Tesorone nel film).

Vietato fare domande per i giornalisti. Lo impedisce con modi rudi un addetto della "Piper film". Difficile perfino scattare le foto, un responsabile della sicurezza si mette davanti all'obiettivo. Siamo a Casoria, non a Cannes. Graditi solo elogi e applausi di un pubblico sottomesso che a momenti chiede al regista persino come pensare...  

 

La cronista del “ROMA” seduta tra il pubblico con i giornalisti tenuti a distanza da Sorrentino una domanda riesce a farla. "Sente la responsabilità di aver affibbiato a Napoli una ulteriore etichetta negativa rendendo grottesco il culto di San Gennaro?". Il regista di "Parthenope" appare un po' spiazzato: "Non è un'offesa, la Chiesa è troppo intelligente, e il 'rito' di San Gennaro avviene ogni anno". Sorrentino si è attirato le critiche di tutti i cattolici e, nei giorni scorsi, intervistato dal ROMA, il parroco don Franco Rapullino ha stroncato il film per le sue immagini blasfeme e offensive alla fede dei napoletani e al miracolo di San Gennaro. 

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