Tutte le novità
Camorra
05 Novembre 2024 - 08:19
Nei riquadri l’ex boss Pasquale Cristiano, Giuseppe Monfregolo, Vincenzo Mormile, Renato Napoleone e Anna Monfregolo
NAPOLI. Armi, spaccio di stupefacenti ed estorsioni a tappeto per tenere sotto scacco la 167 di Arzano, l’inchiesta che quasi due anni fa ha decapitato i clan Monfregolo e Cristiano-Mormile supera anche lo scoglio del secondo grado di giudizio. In appello, però, nonostante le diciannove condanne disposte dai giudici della prima sezione, sono arrivate anche numerose rideterminazioni di pena, con “sconti” che per alcuni imputati sono stati a dir poco sostanziosi.
Questo, nel dettaglio, il dispositivo di sentenza pronunciato ieri pomeriggio dalla corte di appello di Napoli, che rideterminato le seguenti condanne: Giuseppe Monfregolo, 11 anni; Francesco Monfregolo, 10 anni; Anna Monfregolo, 10 anni; Luisa Grassini, 10 anni; Ciro Laezza, 5 anni e 11 mesi. Esclusa l’accusa di capi e promotori, oltre all’aggravante della recidiva, per Mario D’Aria e Vincenzo Mormile, difeso dall’avvocato Leopoldo Perone, che hanno rimediato rispettivamente 13 anni e 2 mesi e 8 anni.
Esclusa la recidiva anche per Gennaro Alterio, 10 anni; Raffaele Liguori, 7 anni e 6 mesi; Raffaele Monfregola, difeso dall’avvocato Giuseppe Perfetto, 9 anni; Eduardo Nicolella, 7 anni e 8 mesi; Luigi Piscopo, difeso dagli avvocati Domenico Dello Iacono e Diego Pedicini, 9 anni e 4 mesi; Raffaele Portente, 8 anni e 8 mesi; Antonio Caiazza, difeso dall’avvocato Dario Carmine Procentese, 12 anni e 8 mesi da 18; Pietro Cristiano (pentito), 4 anni e 5 mesi. Pena rideterminata anche per Umberto Passante in 2 anni e 6 mesi. Condanne confermate invece per Renato Napoleone (13 anni e 4 mesi), Vincenzo De Sica (6 anni) e Raffaele Piscopo (6 anni).
Per mesi avevano tenuto sotto scacco gran parte dell’hinterland a nord di Napoli. Una faida, quella che ha visto contrapporsi i clan Cristiano-Mormile e Monfregolo, i cui epicentri sono stati i comuni di Arzano e Frattamaggiore, messi a ferro e a fuoco della reciproca volontà dei due cartelli di controllare il mercato dello spaccio di droga e del racket ai commercianti. Dopo la retata di aprile 2022, il processo di primo grado che ne è scaturito era entrato nel vivo con la requisitoria del pubblico ministero, che aveva invocato ventisette condanne, con pene per i capi e promotori fino a vent’anni di reclusione.
Tra i destinatari dei provvedimenti cautelari eseguiti figurava anche Pasquale Cristiano, all’epoca capo dell’omonimo gruppo criminale una volta alleato dei Monfregolo, arrestato nel giugno precedente e poi sottoposto ai domiciliari, che aveva sfilato per le strade di Arzano in Ferrari in occasione dei festeggiamenti per la comunione del figlio.
Per gli inquirenti Cristiano, noto come “Pic Stic” era il referente ad Arzano degli AmatoPagano. In cella finì anche il cognato Vincenzo Mormile, il padre Pietro Cristiano e la zia (sorella della madre) Patrizia Auletta. Tra gli arrestati spiccava poi Giuseppe Monfregolo, ritenuto a capo dell’omonimo gruppo criminale, che aveva sfidato l’egemonia della costola degli Scissionisti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo