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Quattordicenne ucciso a Barra, tutto da rifare per il boss Andolfi

Colpo di scena in Cassazione: appello-bis per “’o minorenne” e Amodio

Quattordicenne ucciso a Barra, tutto da rifare per il boss Andolfi

Nei riquadri il ras Andrea Andolfi “’o minorenne” e il coimputato Vincenzo Amodio

NAPOLI. I pentiti non convincono e il processo chiamato a fare luce sul tremendo omicidio di un ragazzino di appena 14 anni torna al punto di partenza o quasi. La prima sezione della Corte di Cassazione ieri pomeriggio ha annullato con rinvio le condanne inflitte al ras Andrea Andolfi “’o minorenne” e a Vincenzo Amodio, già condannati a 30 anni di carcere a testa per l’assassinio di Giovanni Gargiulo, adolescente di San Giovanni a Teduccio che aveva la sola colpa di essere il fratello di Costantino Gargiulo: killer dei Formicola, autore dell’agguato mortale a Salvatore Cuccaro, che si era pure pentito.

Troppo per i “Cuccarielli” di Barra e così fu organizzata la vendetta trasversale contro il minorenne, compiuta nell’estate del 1998. Ebbene, in seguito al pronunciamento della Suprema Corte, Andolfi, difeso dagli avvocati Leopoldo Perone e Michele Basile, e Amodio, assistito dall’avvocato Pasquale Moscato, potranno puntare a un ribaltamento del precedente verdetto. Il collegio difensivo ha infatti sostenuto l’esistenza di gravi discrepanze tra i racconti resi in questi anni dai numerosi collaboratori di giustizia che hanno puntato il dito contro i due presunti killer.

Gli Ermellini hanno quindi annullato le condanne a trent’anni e trasmesso gli atti a una nuova sezione della corte di assise di appello. Giovanni Gargiulo, stando a quanto emerso dalle indagini culminate negli arresti del 2015, sarebbe stato eliminato per diversi motivi, secondo la legge dei clan, e uno di questi era che suo fratello Costantino aveva partecipato all’omicidio di Salvatore Cuccaro.

Suo fratello era affiliato al clan Formicola di San Giovanni a Teduccio. A parlare di questo truce delitto è stato soprattutto il collaboratore di giustizia Gaetano Cervone, ex killer e boss del clan Cuccaro di Barra e affiliato storico alla cosca. Ha deciso di pentirsi nel 2014 e ai pm della Dda di Napoli ha raccontato per filo e per segno decine e decine di omicidi. Uno di questi è appunto il delitto di Giovanni Gargiulo.

«Devo premettere - mise a verbale il collaboratore di giustizia - che si tratta di un brutto ricordo perché si trattava proprio di un bambino. All’epoca ero latitante e Michele Cuccaro come sua abitudine era venuto a trovarmi nel la zona della cosiddetta “Villa” dove io ho trascorso quasi tutta la mia latitanza e dove sono stato poi arrestato. In pratica io da quella zona non mi sono mai allontanato. Cuccaro mi disse che aveva intenzione di colpire Costantino Gargiulo perché non solo faceva parte del gruppo Formicola, ma si era saputo che aveva fatto da filatore nell’omicidio Cuccaro. Il giorno dell’omicidio Michele Cuccaro mi raggiunse nel posto che noi chiamavamo il corso Sirene e disse che il lavoro era stato fatto».

Il lavoro, per il boss era ovviamente l’omicidio del ragazzo. Tutto era andato come doveva andare e Gargiulo era stato ammazzato. Poi scende riferì chi secondo lui erano i responsabili: «Fu Cuccaro a dirmi che erano stati Vincenzo Amodio, Carmine Cuccaro di Luigi e Andrea Andolfi».

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