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Napoli in prima linea
09 Novembre 2024 - 09:44
NAPOLI. A una settimana dall'alluvione che ha colpito Valencia, in Spagna, e in vista dell'apertura della COP29 sul clima, a Baku, Legambiente lancia in Italia per questo week end una mobilitazione per il clima: l'Urlo per il clima.
Un urlo collettivo in programma oggi, alle 12, in diverse città italiane per chiedere giustizia climatica, decisioni concrete per contrastare l'emergenza e per ricordare tutte le vittime della crisi climatica e le oltre 200 persone morte a causa dell'alluvione in Spagna. In prima linea ci saranno le città di Roma, Milano e Napoli, che in contemporanea faranno il loro Urlo per il clima seguite anche da Firenze, Padova, Ancona, Perugia, Rimini, Carmagnola e altre città per far sentire la propria voce.
A Napoli l’appuntamento è a piazza Dante (ritrovo ore 11). In ogni piazza l'urlo per il clima sarà preceduto alle ore 11 dal "Climate Memory", un gioco pensato come un "memory" in larga scala per sensibilizzare le persone sui temi della crisi climatica e invitarle a firmare la petizione "Stop fossili, start rinnovabili".
Nel week-end della mobilitazione, che rientra nella campagna Change Climate Change, saranno oltre una trentina gli appuntamenti in programma fino a domani in diverse città Con questa mobilitazione l'associazione ambientalista vuole in particolare lanciare un monito forte e chiaro ai grandi della Terra che dall'11 al 22 novembre si riuniranno a Baku, in Azerbaijan, per la Cop29 sul clima e chiedere loro più concretezza e interventi decisi.
In Italia a una persona su dieci viene negato il diritto alla salute, a un ambiente salubre e allo sviluppo sostenibile dei territori. Nelle aree industriali non risanate aumentano anche i casi di tumori e morti. Dati che vanno di pari passo con quelli delle mancate bonifiche in Italia ferme al palo. Ad oggi sono 42 i siti di interesse nazionale (Sin) in attesa di bonifica - per una superficie di circa 170mila ettari a terra e 78mila ettari a mare -, e ben 36.814 i Siti di Interesse Regionale (Sir), per un totale di 43.398 ettari perimetrati.
Sono in molti casi aree produttive dove le mancate bonifiche vanno di pari passo con un processo di de-industrializzazione che produce solo degrado ambientale e sociale. Per riaccendere i riflettori su questi temi Acli, Agesci, Arci, Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera, fanno squadra e lanciano la campagna nazionale itinerante "Ecogiustizia subito: in nome del popolo inquinato "che le vedrà in azione dal 27 novembre al 3 aprile dal nord al sud della Penisola, per le prime sei tappe, che toccheranno alcuni luoghi simbolo dell'ingiustizia ambientale e sociale: toccando anche il Sin Napoli Orientale (3 aprile).
Obiettivo della campagna portare in primo piano le storie, le ferite ambientali e le conseguenze sulla salute dei cittadini, chiedendo impegni concreti e tempi certi per le bonifiche mai realizzate, insieme a un piano di rigenerazione produttiva, con la partecipazione delle comunità locali, nell'ottica della transizione ecologica, per creare nuovi posti di lavoro dell'economia verde. Nel nostro Paese deve essere finalmente applicato il principio "Chi inquina paga", secondo cui chi ne è responsabile è tenuto a sostenere i costi dell'inquinamento causato, compresi quelli delle misure adottate per prevenire, ridurre e porre rimedio al degrado ambientale. Un principio, fissato da direttive comunitarie e normative nazionali, che sulla carta è ben chiaro ma che ad oggi in Italia si fatica a far rispettare.
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