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Scuotto, decisive le rivelazioni di De Rosa

Il collaboratore di giustizia svela il movente dell’omicidio: “Peppe” minacciava dal carcere di pentirsi

Scuotto, decisive le rivelazioni di De Rosa

Gennaro Cirelli e Giuseppe Scuotto

NAPOLI. La svolta decisiva nelle indagini sull’omicidio di Giuseppe Scuotto si è avuta con le dichiarazioni di Giuseppe De Rosa, storico affiliato ai Contini con il compito di investire il denaro sporco. Il pentito, primo a parlarne, ha indicato agli inquirenti un nuovo movente dettagliando i fatti ben circostanziati alla base dell’agguato: l’epurazione interna, provocata dalle voci su un possibile pentimento di “Peppe”.

In effetti quest’ultimo avrebbe soltanto minacciato di passare da parte dello Stato per ottenere dal clan vantaggi economici. «All’epoca dell’omicidio - ha messo verbale nell’ottobre 2021 Giuseppe De Rosa -, appoggiavo la latitanza di Salvatore Botta. Ricordo che Peppe Scuotto era detenuto e in più occasioni ho accompagnato da Botta il costruttore che stava eseguendo lavori edili nella zona del Vasto che riguardavano proprio l’abitazione di Scuotto. Allora si diceva che quest’ultimo volesse intraprendere la via della collaborazione per cui Salvatore Botta gli pagava i lavori. Un giorno questi, nel consegnarmi i soldi che dovevo dare all’imprenditore per la ristrutturazione, mi disse: “questo deve morire, sto pezzo di merda. Voleva fare pure il pentito2. Effettivamente poi Scuotto, uscito dal carcere, venne ucciso poco tempo dopo».

Premesso che Salvatore Botta non è indagato per l’omicidio e che il 28 ottobre scorso sono stati arrestati quali presenti esecutori materiali Gennaro Cirelli, imparentato con i Licciardi di Secondigliano, e Antonio Muscerino “’o biondo” , il cold case è stato risolto grazie all’uso del trojan e di indagini telematiche, a distanza di ben 22 anni, partite proprio dalle dichiarazioni di Giuseppe De Rosa. “Gerry”, 46enne, ritenuto colui che sparò, era già detenuto a Sulmona; l’altro, che guidava lo scooter, era libero: entrambi ovviamente devono essere considerati innocenti fino all’eventuale condanna definitiva.

Gli accertamenti decisivi, con il coordinamento della Dda, sono opera dei poliziotti della sezione “Criminalità organizzata” della Squadra mobile della questura (dirigente Giovanni Leuci, vicequestore Giuseppe Sasso). Giuseppe Scuotto fu ferito a morte da alcuni colpi d’arma da fuoco esplosi contro di lui mentre percorreva corso Novara in sella a un ciclomotore. Un amico che era con lui, secondo quanto hanno riferito altri collaboratori di giustizia, riuscì a fuggire.

Le attività di indagine sono state riaperte nel novembre 2022 in seguito alle nuove dichiarazioni di Giuseppe De Rosa, ma attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche abbinate ad accertamenti telematici il risultato è stato diverso dalla prima inchiesta culminata all’epoca in un sostanziale nulla di fatto.

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