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Camorra
12 Novembre 2024 - 08:48
Nella foto Raffaele Pisa, vittima innocente della camorra; nei riquadri gli imputati Raffaele Legnante e Vitale Perfetto
NAPOLI. Terza e ultima stangata per i killer dell’innocente Raffaele Pisa, assassinato in un garage di Pianura il 13 dicembre 2016 al culmine della faida tra i clan Pesce-Marfella e Mele. Ieri mattina la prima sezione della Corte di Cassazione, rigettando i ricorsi avanzati dai sicari, ha reso definitive le condanne all’ergastolo inflitte in primo e in secondo grado a Maurizio Legnante “’o talebano” e Vitale Perfetto “piett ’e fierro”: entrambi passeranno in carcere il resto delle propria vita.
Il verdetto è stato intanto accolto con commozione da Anna Ostetrico, la mamma della vittima, assistita dagli avvocati Concetta Vernazzaro e Vincenzo Vincigrana, che per quasi dieci anni si è battuta con coraggio e determinazione affinché venisse resa giustizia al figlio, ammazzato per una balorda vendetta trasversale.
Perfetto e Legnante, dal canto loro, in primo grado avevano tentato la via del dibattimento nella speranza di riuscire a dimostrare la propria estraneità al delitto di “Lello” Pisa. Le accuse dei collaboratori di giustizia, su tutti Raffaele Dello Iacolo, Pasquale Pesce “’e Bianchina”, Salvatore Romano e Pasquale Esposito Junior, alla fine si sono però rivelate a dir poco granitiche. Tutti i testi d’accusa hanno del resto confermato nel corso del processo quanto già emerso durante le indagini preliminari, ribadendo che Raffaele Pisa non aveva nulla a che fare con i dissidi all’epoca in corso tra le cosche pianuresi.
I due uomini del clan Pesce-Marfella già a febbraio 2023 hanno così rimediato la pena massima: l’ergastolo. L’inchiesta era arrivata alla svolta con gli arresti eseguiti nel 2021. «Una persona innocente, del tutto estranea alla criminalità organizzata», aveva messo a verbale Raffaele Dello Iacolo. Non era un affiliato Raffaele Pisa, ammazzato per volere del clan Marfella, ma aveva amicizie d’infanzia e gioventù con Salvatore Romano del gruppo Mele e i nemici di questi ultimi ritenevano che lui e il fratello Gianluca fornissero informazioni ai “figli di Giulietta” (cioè Salvatore e Giuseppe Mele).
Inoltre “Lello” Pisa era stato accusato da alcuni malavitosi della zona flegrea di aver partecipato al pestaggio di un parcheggiare abusivo del Parco San Paolo: si trattava però di un clamoroso e drammatico errore di persona. Cosicché, secondo quanto raccontano molte persone a Pianura e il pentito “Tic toc”, il giovane sarebbe stato ucciso per le calunnie che giravano sul suo conto.
Quella che ne scaturì fu una vera e propria esecuzione, figlia di un destino ingiusto e atroce. Il 13 dicembre 2016 “Lello” Pisa fu infatti assassinato con cinque colpi di pistola in un garage garage di via Evangelista Torricelli che aveva da poco allestito per farne un circoletto ricreativo. I sicari non lasciarono alcuna possibilità di scampo alla vittima designata, ma la giustizia, lenta eppure inesorabile, ha fatto il proprio corso e per Legnante e Perfetto sono prima arrivate le manette e poi anche gli ergastoli. Pena massima inflitta già in primo grado, poi ribadita in appello e adesso divenuta definitiva.
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