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L'udienza di convalida
12 Novembre 2024 - 13:23
La polizia in piazzetta Sedil Capuano dove è morto il 18enne Arcangelo Correra (nel riquadro)
«Non lasciarmi». Sarebbero queste le ultime parole pronunciate da Arcangelo Correra, il 18enne ucciso da un colpo di pistola all'alba di sabato scorso in piazzetta Sedil Capuano, nel centro antico di Napoli.
Le avrebbe rivolte all'amico Renato Benedetto Caiafa, 19 anni. Secondo quanto riferito dall'avvocato Giuseppe De Gregorio, che insieme ad Annalisa Recano difende Caiafa, quest'ultimo lo ha detto al gip durante l'udienza di convalida del fermo che si è svolta questa mattina nel carcere di Poggioreale, dove il 19enne è entrato domenica scorsa per i reati di porto e detenzione di arma clandestina e ricettazione.
Renato Benedetto Caiafa ha ribadito al gip quanto già riferito nel corso del primo interrogatorio davanti agli investigatori della Squadra mobile di Napoli e al pm, e cioè che si sarebbe trattato di una tragica fatalità.
Il colpo che ha ucciso Correra sarebbe infatti partito per errore da una pistola che stavano maneggiando, arma che sarebbe stata trovata sullo pneumatico di un'auto parcheggiata in zona. Il colpo partito inavvertitamente dall'arma ha raggiunto Angelo Correra alla testa.
A nulla è valsa la corsa all'ospedale Vecchio Pellegrini, dove Correra è stato trasportato dallo stesso Caiafa, suo amico d'infanzia, e dove è deceduto a causa di un'emorragia cerebrale. La difesa ha chiesto che il 19enne venga posto agli arresti domiciliari.
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