Tutte le novità
il caso
16 Novembre 2024 - 08:49
NAPOLI. Da Nord a Sud, le città italiane sono invase da piccole scatole di plastica: le keybox. Appese a inferriate, finestre, portoni, sono diventate il simbolo di un fenomeno in costante crescita: gli affitti brevi. Queste scatoline, contenenti le chiavi di appartamenti affittati online, permettono ai turisti di effettuare il check-in in autonomia, senza dover incontrare il proprietario. Roma, Venezia, Firenze, Milano, Napoli... sono solo alcune delle città che vedono moltiplicarsi questi alloggi, soprattutto nei centri storici.
Un trend che, da un lato, alimenta il turismo e genera un'importante fonte di reddito per molti proprietari. Dall'altro, però, è alla base di numerose criticità: l'aumento dei prezzi degli affitti per i residenti, lo spopolamento dei centri storici, l'overtourism e la trasformazione delle città in enormi alberghi a cielo aperto. A Firenze, per esempio, le keybox sono state coperte con cerotti rossi e la scritta "salviamo Firenze x viverci". A Roma, invece, sono state nascoste da cappelli verdi, come quelli di Robin Hood, con lo slogan "Sabotiamo il Giubileo dei ricchi". E a Milano, adesivi colorati ne segnalano la presenza con le proteste si moltiplicano.
A Napoli i residenti sono scesi in strada per protestare contro l’obertourism. Tanto è vero che durante la festa di San Gennaro, patrono di Napoli, c’è stata una protesta inusuale. Mentre migliaia di fedeli si recavano al Duomo per assistere al miracolo dello scioglimento del sangue, un gruppo di cittadini, associazioni e comitati civici ha scelto proprio questa giornata per far sentire la propria voce contro un fenomeno che sta mettendo a dura prova la città: l'overtourism. Sotto lo stendardo della campagna "Resta Abitante", i manifestanti hanno marciato per le strade del centro storico, esibendo cartelli e striscioni che denunciavano l'impatto negativo degli affitti brevi sulla vita dei napoletani.
Un'immagine forte è stata quella di uno stendardo mariano che, invece di invocare la protezione della Vergine, chiedeva aiuto a San Gennaro per contrastare il proliferare di B&B e case vacanze. La rivolta contro le keybox è un fenomeno in crescita. Molti residenti e movimenti per la casa denunciano che gli affitti brevi stanno svuotando le città del loro carattere e della loro anima, trasformandole in attrazioni turistiche.
Le istituzioni locali, da parte loro, stanno cercando di trovare soluzioni per regolamentare questo fenomeno. Firenze, ad esempio, ha vietato le keybox nell'area Unesco, mentre Venezia ha introdotto un limite di 120 giorni all'anno per le locazioni brevi e a Napoli al centro storico è stata vietata l’apertura di bar e ristoranti almeno per un paio d’anni. Ma il problema è complesso e richiede una risposta a livello nazionale. Il Ministero del Turismo ha introdotto il codice identificativo nazionale (Cin) per le strutture ricettive extra-alberghiere, ma non è ancora sufficiente.
Albergatori e associazioni di categoria chiedono una legge quadro che dia ai sindaci maggiori poteri per regolamentare il fenomeno a livello locale. La questione degli affitti brevi è al centro di un dibattito acceso. Da un lato, c'è chi difende la libertà di proprietà e il diritto di ogni proprietario di disporre del proprio immobile come meglio crede. Dall'altro, c'è chi sottolinea gli impatti negativi di questo fenomeno sulla vita delle città e dei suoi abitanti. Trovare un equilibrio tra le esigenze del turismo e quelle dei residenti è una sfida complessa che richiede un confronto aperto e costruttivo tra tutti gli attori coinvolti. «I numeri parlano chiaro», affermano gli attivisti napoletani.
«Mentre le case vacanza aumentano a dismisura, gli sfratti per morosità incolpevole sono in costante crescita. Famiglie, studenti e anziani sono sempre più costretti ad abbandonare i quartieri storici, vittime di un mercato immobiliare che privilegia i turisti ai residenti». La situazione a Napoli riflette quella di molte altre città italiane ed europee: l'affollamento eccessivo, l'aumento dei prezzi degli affitti, la perdita dell'identità dei quartieri storici. «A differenza di altre città, dove le amministrazioni stanno cercando di trovare soluzioni, a Napoli sembra prevalere l'inerzia», denunciano i residenti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo