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l'intervista
18 Novembre 2024 - 10:13
Giuseppe Altamura (vice presidente GPI Unione Industriali Napoli), Tullio Ferrante (sottosegretario MIT), Guido Bourelly (presidente GPI Unione Industriali Napoli)
NAPOLI. Promuovere la cultura della sicurezza nel trasporto stradale e mettere in campo soluzioni per la prevenzione degli incidenti e la prevenzione dei rischi, attraverso attività di formazione, investimenti in nuove tecnologie e interventi normativi. Sono stati i temi al centro dell’incontro "La sicurezza nel Settore dei Trasporti su Strada: conoscere per prevenire" che si è tenuto il 14 novembre 2024, all'Unione Industriali Napoli, organizzato dal Gruppo Piccola Industria e INAIL Campania, e che ha visto la partecipazione di Tullio Ferrante, sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
A spiegare la portata del fenomeno è Giuseppe Altamura, Vice Presidente del Gruppo Piccola Industria Napoli con delega smart city, mobilità e infrastrutture.
Vice Presidente, un tema delicato e di grande attualità. Per quale motivo?
«È una problematica che, come imprenditori, ci tocca da vicino, sia per la responsabilità che abbiamo nei confronti dei nostri dipendenti, sia per l'impatto che gli incidenti stradali hanno sulla produttività e sull'efficienza delle nostre aziende. Abbiamo scelto il motto "Conoscere per prevenire" che indica quale è la chiave per affrontare questa sfida. Solo analizzando a fondo le cause degli incidenti, le dinamiche che li determinano, i fattori di rischio che li amplificano, sarà possibile mettere in atto strategie di prevenzione efficaci, basate su dati concreti e non su percezioni o luoghi comuni».
Quale è la portata del fenomeno?
«In Italia nel 2023 si sono verificati 166.525 incidenti stradali. Le vittime sono state 3.039. Anche se in calo del 3,8% rispetto all’anno precedente, si tratta di numeri che restano preoccupanti. I feriti, 224.634, sono invece in lieve incremento: 0,5%. Il quadro campano più puntuale risale al 2022, anno in cui si sono registrati 9.821 incidenti stradali, con 228 vittime e 14.002 feriti. Tra le cause principali degli incidenti figurano la distrazione alla guida, l'eccesso di velocità, il mancato rispetto della precedenza, l'abuso di alcol e droghe, la stanchezza. Fattori che spesso si combinano tra loro, amplificando il rischio. Ma al di là delle cause, è importante andare più a fondo, analizzare i contesti, le infrastrutture, i comportamenti. Ad esempio, sappiamo che le strade extraurbane sono quelle più pericolose, soprattutto per i motociclisti. Sappiamo che gli incidenti mortali si concentrano nelle ore notturne e nei fine settimana. Sappiamo che i giovani sono la fascia d'età più a rischio. Questi ed altri elementi di conoscenza devono guidare le nostre azioni di prevenzione».
Sul tema è intervenuto anche Tullio Ferrante, sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Avete avuto le risposte che vi aspettavate?
«Sicuramente portare all’attenzione del Sottosegretario le nostre rimostrane è stato un passo importante. Ha mostrato grande vicinanza alla problematica e al territorio. Ferrante ha spiegato che il Governo sta mettendo a terra un grande piano di investimenti sulle infrastrutture stradali pari a 22 miliardi di euro, destinati ad aprire i 'cantieri del futuro' e con un’attenzione anche alla sicurezza. Al contempo, ha spiegato che è stata messa in campo la revisione del Codice della strada, per intervenire sui fattori più critici che causano incidenti, anche con l’obiettivo di consegnare alle Forze dell'ordine uno strumento più moderno ed efficace. Ha illustrato, inoltre, il Piano Nazionale Sicurezza Stradale elaborato dal Mit che traccia la rotta da seguire per dimezzare le vittime entro il 2030».
Ci vuole altro?
«È fondamentale educare gli utenti della strada, a partire dai più giovani, a una guida responsabile e consapevole. Scuole guida, autoscuole, associazioni di categoria, istituzioni: tutti dobbiamo fare la nostra parte per diffondere una cultura della sicurezza stradale. I controlli devono essere intensificati, le sanzioni contro chi trasgredisce il codice della strada applicate con fermezza. La tolleranza zero verso comportamenti scorretti è un deterrente fondamentale. Le strade vanno rese più sicure, con una segnaletica chiara e ben visibile, una illuminazione adeguata, barriere di protezione. Migliorare questi aspetti significa salvare vite umane. Investire sulla manutenzione e sull'ammodernamento della rete stradale è un dovere e un'opportunità. Penso anche all'adozione di tecnologie avanzate per la localizzazione dei veicoli, la diagnosi dei guasti e la gestione del traffico e allo sviluppo di piattaforme digitali per la gestione degli interventi, la comunicazione con le centrali operative».
Ci sono iniziative che state portando avanti anche nell’ambito del Gruppo Piccola Industria?
«Come sistema confindustriale, siamo impegnati a promuovere la sicurezza stradale a tutti i livelli. Organizziamo corsi di formazione per i nostri dipendenti, collaboriamo con le istituzioni per la realizzazione di campagne di sensibilizzazione, sosteniamo l'innovazione tecnologica nel settore dei trasporti. Ma la sfida della sicurezza stradale non può essere vinta da soli. Serve la collaborazione di tutti: istituzioni, forze dell'ordine, associazioni, cittadini. Solo insieme possiamo costruire un futuro in cui le strade siano un luogo di incontro e di scambio, non di dolore e di lutto».
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