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Ponticelli
23 Novembre 2024 - 16:59
Il pentito Eduardo Mammoliti Fiorentino
NAPOLI. «La strategia del clan De Micco è sempre la stessa in occasione degli omicidi: qualche giorno prima coloro che devono partecipare all’evento, o lo hanno ideato e organizzato, partono per recarsi lontano da Napoli, spesso all’estero. Una sera in discoteca uno di loro mi disse che il giorno dopo sarebbe andato in vacanza. Così, conoscendone la maniera d’operare, gli domandai: devo preoccuparmi? E lui: no, ma stai attento. Capii allora che ero finito nel mirino».
LE RIVELAZIONI DECISIVE DEL PENTITO. Eduardo Mammoliti Fiorentino detto “Fiore” era legato al clan De Luca Bossa di Ponticelli quando, l’estate scorsa, decise di passare dalla parte dello Stato. Nel corso di diversi interrogatori ha rivelato i segreti dell’organizzazione cui apparteneva, mostrando però di conoscere anche quelli del clan nemico: i “Bodo”. Così ha contribuito alle inchieste più recenti e alcune sue dichiarazioni sono contenute nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato dietro le sbarre Alessandro La Volla e Romualdo Amitrano per il sequestro del fratello di Francesco Audino “’o cinese”. All’appello con la giustizia mancano Fabio Riccardi e Giuseppe Perrella, irreperibili da sabato scorso.
I LITIGI IN CARCERE TRA I DE MICCO-DE MARTINO E I DE LUCA BOSSA. Intanto agli investigatori sono arrivate altre voci circa i litigi che vedrebbero protagonisti nelle carceri italiane esponenti dei De Micco-De Martino e dei De Luca Bossa. Oltre all’aggressione a Salvatore De Martino “XX”, si sarebbe verificato un episodio simile a Napoli e nel mirino in questo caso sarebbe finito un esponente del gruppo dell’“isolato 17” del Rione De Gasperi che prima di essere arrestato si era messo di traverso rispetto ai “Bodo”. A dimostrazione, se la notizia risulterà vera, che la tensione tra le due cosche dalle strade del quartiere si è trasferita all’interno degli istituti penitenziari. Con un’inevitabile riflessione per gli inquirenti: la guerra di camorra di Ponticelli è lontana dalla conclusione o quantomeno da una tregua duratura.
L’INCHIESTA CHE VEDE COINVOLTO AUDINO. Tornando all’ultima inchiesta, Francesco Audino avrebbe partecipato in carcere a un’aggressione a Salvatore De Martino dell’omonimo gruppo. Così gli alleati degli “XX”, i De Micco “Bodo”, organizzarono la vendetta che doveva fungeva anche da intimidazione e richiesta di mediazione: un rapimento-lampo del fratello del ras soprannominato “’o cinese”, esponente di primo piano dell’asse De Luca Bossa-Minichini. Era il 27 agosto scorso, ma già il giorno dopo grazie a una qualificata fonte i carabinieri della Tenenza di Cercola scoprirono l’accaduto nonostante la vittima non avesse sporto denuncia.
L’ATTIVITÀ INVESTIGATIVA È ANDATA AVANTI IN MANIERA CELERE. Le indagini sono andate avanti velocemente e si sono condensate in un’informativa di reato alla Dda, che ha coordinato l’inchiesta, con quattro indagati e almeno altre sei persone da identificare. Dopo la richiesta di misura cautelare, il gip ha firmato un provvedimento restrittivo nei confronti di quattro persone (da considerare innocenti fino all’eventuale condanna definitiva): Fabio Riccardi detto “Fabiolino”, 41enne; Giuseppe Perrella di Ciro, 21 anni; Romualdo Amitrano, 27enne, Alessio La Volla, 21 anni.
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