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L'indagine
24 Novembre 2024 - 10:24
Nei riquadri Emanuele Amoroso, Domenico De Martino, Salvatore Barile, Salvatore Giuliano (pentito), Salvatore Marino e Massimo Somma
NAPOLI. Il patto di ferro tra i clan Giuliano e Mazzarella aveva messo nuovamente sotto assedio della camorra i vicoli di Forcella e del Mercato. Una scalata criminale, quella delle nuove leve di malanapoli, bloccata però dalla retata messa a segno da polizia e carabinieri a luglio scorso, che non ventidue arresti avevano inflitto un duro colpo alla cosca a tre teste.
La procura antimafia sembra però non avere alcuna intenzione di perdere tempo e per trenta dei trentasette indagati ha appena dichiarato concluse le indagini preliminari. Tradotto, processo dietro l’angolo per ras e gregari della temibile alleanza mafiosa e a rischiare grosso saranno soprattutto gli indagati ai quali viene contestata l’accusa associativa: Emanuele Amoroso, Antonio Bonavolta, Gennaro Caldarelli, Vincenzo Caldarelli, Stefano Capuano, Pasquale Casaburro, Giuliano Cedola, Cristiano Giuliano, Salvatore Giuliano “’o russo”, Gennaro Imparato, Salvatore Marino, Angelo Massa, Antonio Morra, Cesare Morra, Ciro Oliviero, Massimo Somma, Gennaro Tarascio, Alessio Vicorito, oltre ai boss Salvatore Barile, Ciro Mazzarella e Michele Mazzarella.
Il provvedimento eseguito l’estate scorsa univa i risultati di due investigazioni compiute dalla sezione dalla Squadra mobile, del Nucleo investigativo dei carabinieri partenopei e della squadra giudiziaria del commissariato Vicaria-Mercato. Sono state così ricostruite le attività illecite dell’organizzazione a Forcella, alla Maddalena, nel rione San Gaetano e alle Case Nuove, dove a gestirle era il gruppo dei Caldarelli, articolazione del clan Mazzarella così come i nuovi Giuliano.
La prima indagine, andata avanti tra gennaio del 2020 e la seconda metà del 2021, ha monitorato la nascita, l’ascesa e l’affermazione dell’aggregazione criminale diretta da Salvatore Giuliano, oggi collaboratore di giustizia, e così è stato possibile acquisire indizi sul reclutamento e la formazione degli appartenenti e l’insediamento sul territorio del nuovo gruppo criminale. L’attività ha documentato l’alleanza con il sodalizio criminale capeggiato dalla famiglia Mazzarella, attraverso gli incontri con i vertici del clan, nel corso quali sono state impartite le direttive per l’operatività del nuovo cartello criminale Giuliano-Mazzarella.
Registrati, inoltre, rapporti criminali con altre organizzazioni, in particolare con il gruppo criminale attivo a San Gaetano e i Cardarelli. La seconda attività d’indagine, svolta specificamente tra la fine del 2018 e il gennaio 2022, ha consentito di ricostruire la struttura e l’operatività di un gruppo criminale denominato paranza di San Gaetano, articolazione dei Mazzarella direttamente riconducibile a Salvatore Barile, elemento di spicco del clan, dedito al controllo di estorsioni e spaccio di stupefacenti. Con il processo adesso dietro l’angolo toccherà al collegio difensivo provare a limitare i danni per trenta indagati. Tra i difensori gli avvocati Leopoldo Perone, Antonio Rizzo, Roberto Saccomanno, Luigi Poziello e Antonio Del Vecchio.
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