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L'indagine
25 Novembre 2024 - 08:26
Nei riquadri il ras Ciro Contini “’o nirone” e i collaboratori di giustizia Tommaso Schisa e Antonio Rivieccio
NAPOLI. Non solo emergente ras dal grilletto facile, ma anche mandante di assalti armati in gioielleria. È un profilo inedito, quello che la Direzione distrettuale antimafia di Napoli traccia negli atti dell’ultima inchiesta che vede, tra gli altri, protagonista Ciro Contini “’o nirone”, 36enne nipote del capoclan Eduardo Contini, ormai da alcuni detenuto e con svariate condanne a carico per camorra.
La posizione di Contini junior sembra però destinata a complicarsi ulteriormente. Il sostituto procuratore Simona Rossi ha infatti chiesto per il rampollo dell’Alleanza di Secondigliano il rinvio a giudizio insieme ad altre tre persone: Antonio Amato, 45 anni, Teresa Formisano, 38 anni, e Raffaele Pelliccia, 47 anni. Ricevuta l’istanza del pm, il gip Alessandra Grammatica scioglierà quindi il nodo nell’udienza preliminare fissata per il prossimo 9 gennaio.
La vicenda per quale Ciro Contini è adesso imputato risale al 7 aprile 2016, giorno in cui un commando armato fino ai denti ha fatto irruzione all’interno della gioielleria “Acierno” di Saviano, picchiato più volte il titolare con il calcio della pistola e aggredito fisicamente anche la figlia di quest’ultimo. Interminabili momenti di puro terrore, di cui il ras di calata Capodichino sarebbe stato, ferma restando la presunzione di innocenza fino a prova contraria, il mandante.
A puntare il dito contro “’o nirone” sono stati due pentiti eccellenti, con cui Contini ha condiviso buona parte della propria carriera criminale: l’ex ras e killer Tommaso Schisa e l’ex uomo del clan Sibillo di Forcella Antonio Rivieccio, autoaccusatisi di essere stati gli organizzatori della rapina.
Antonio Amato, Teresa Formisano e Raffaele Pelliccia, insieme a Luisa De Stefano, Vincenza Maione, Mariarca Boccia e Michele Minichini, già giudicati per questa vicenda, avrebbero aiutato Ciretta Gala, Ciro Contini, Alessandro Pacifico e Antonietta Cipollaro a «eludere le investigazioni, procurando cure mediche non ufficiali a Ciretta Gala, rimasta ferita nel corso della rapina, eliminando dal veicolo utilizzato le tracce del reato, garantendo agli autori della rapina nascondigli in modo da evitare che in caso di identificazione da parte delle forze dell’ordine fossero rintracciati e tratti in arresto», scrive il pm nei capi di imputazione della richiesta di rinvio a giudizio.
Tornando invece alla posizione di Ciro Contini, il rampollo, sempre secondo la ricostruzione della procura, sarebbe il mandante, organizzatore e partecipe delle fasi esecutive della rapina ai danni della gioielleria “Acierno”. Nel raid il commando di banditi, dopo aver minacciato e colpito il titolare dell’attività con il calcio della pistola, aveva anche provato a esplodere un colpo di pistola.
Persino la figlia del commerciante venne aggredita, per fortuna senza gravi conseguenze. Il raid ad ogni modo non andò a buon fine e i banditi si diedero alla fuga. Ciro Contini, difeso dagli avvocati Dario Carmine Procentese e Giovanni Abet, affronterà quindi l’eventuale processo provando a dimostrare la propria innocenza.
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