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La sentenza

Giulia Tramontano, Impagnatiello condannato a ergastolo: tre mesi di isolamento

La decisione della Corte d'Assise di Milano nella Giornata contro la violenza sulle donne

Giulia Tramontano, Impagnatiello condannato all'ergastolo

Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano

Omicidio di Senago, condanna all'ergastolo per Alessandro Impagnatiello con l’isolamento diurno per 3 mesi (18 quelli chiesti dalla procura). Ritenuto colpevole dell’omicidio pluriaggravato della compagna Giulia Tramontano, per l’occultamento del suo cadavere e per interruzione non consensuale di gravidanza.

Lo ha deciso, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la corte d’Assise di Milano, presieduta dalla giudice Antonella Bertoja, accogliendo la richiesta della procura.

La corte ha riconosciuto le aggravanti della premeditazione, del vincolo affettivo che legava vittima e omicida e della crudeltà, ma non quella dei futili motivi, contestata dalla procura.

Tutti i familiari di Giulia Tramontano erano in aula. La madre della 29enne, Loredana Femiano, subito dopo il verdetto è scoppiata in lacrime ed è stata abbracciata dal marito Franco, dalla sorella di Giulia, Chiara, e dal fratello Mario. 
Il flash mob dei familiari davanti al Tribunale

La famiglia Tramontano ha dato vita a un flash mob fuori dal tribunale, dopo la condanna all’ergastolo per Impagnatiello. La sorella Chiara che, insieme ai genitori e al fratello ha assistito in aula alla lettura del verdetto, ha pubblicato la foto di una spilla che ritrae la sorella incinta puntata sul petto e adornata da un fiocco rosso. L'immagine dell'oggetto - che è insieme simbolo della lotta alla violenza contro donne - è stata pubblicata sui social anche dai genitori della vittima, Franco Tramontano e Loredana Femiano, accompagnata dalla scritta "Con voi sempre per sempre".

La confessione

Il trentenne ha confessato il delitto il primo giugno del 2023 e ha indicato il posto - in via Monte Rosa, in un anfratto accanto ad alcuni box - in cui ha nascosto il corpo, avvolto in sacchetti di plastica. Ammazzata a coltellate - l'autopsia restituisce la crudeltà dei 37 colpi - ha provato a darle fuoco due volte (nella vasca e nel box), ne ha inscenato la scomparsa (nascondendola in cantina, nel garage nel bagagliaio, prima di disfarsene a meno di 700 metri da casa) e ha provato a depistare le indagini.

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