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L'operazione

Faida per comandare a Pianura, azzerata la paranza dei babyras

Retata a Napoli Ovest, 15 arresti decapitano il clan di Emanuele Marsicano

Faida per comandare a Pianura, azzerata la paranza dei babyras

Nei riquadri Francesco Marfella, Patrizio Cuffaro, Angelo Marasco, Rosario Maglione, Carlo Pulicati e Rosario Iorio

NAPOLI. Se si riusciva a comandare un clan dal carcere prima dell’avvento dei cellulari, figuriamoci ora. L’inchiesta sul gruppo di malavita emergente di Pianura lo dimostra in pieno con le intercettazioni a carico di Emanuele Marsicano (genero del ras Carlo Esposito) che con l’aiuto del cugino Antonio Gaetano detto “Biscotto”, poi ucciso, e di cinque fedelissimi tra cui Francesco Marfella controllava gli affari illeciti dettando disposizioni precise dalla sua cella.

Peccato per lui e gli altri che la polizia e la Dda, dopo l’omicidio di Andrea Covelli, non abbiano mollato la presa acquisendo indizi utili a far scattare l’ordinanza di custodia cautelare eseguita all’alba di ieri. I destinatari sono 15, tra i quali il giovane capo, la moglie Giuseppina Pia Esposito e la suocera Brigida Arillo.

Le donne, messe agli arresti domiciliari e da ritenersi innocenti fino all’eventuale condanna definitiva così come tutti gli indagati, rispondono di ricettazione per aver ricevuto somme mensile la cui provenienza “sporca” sarebbe state di loro conoscenza.

L’indagine, cominciata nel 2022, è stata condotta dai poliziotti della sezione “criminalità organizzata” della Squadra mobile della questura di Napoli (dirigente Giovanni Leuci, vice questore Giuseppe Sasso) con il coordinamento della procura antimafia.

Gli investigatori hanno documentato una vasta attività del clan Marsicano, gestita nell’ultima versione per la maggior parte da giovani e rampanti affiliati. Il gruppo era armato e avrebbe compiuto spedizioni nella zona di via Evangelista Torricelli, feudo del clan nemico Carillo-Perfetto (erede dei Pesce).

A questi ultimi sarebbe legato Patrizio Cuffaro detto “Scantinato”, anch’egli destinatario del provvedimento restrittivo, accusato del tentato omicidio di Antonio Gaetano “Biscotto”. Era il 24 agosto 2022 e già dallo stesso giorno le microspie registraronon conversazione tra gli indagati che miravano a vendicarsi rapidamente del ferimento del loro reggente sul territorio.

Fu “Manuè” dal carcere a invitare i soci ad aspettare: «Facciamo calmare prima le acque». Gli indagati, a seconda delle posizioni ed escludendo le donne, sono accusati di associazione mafiosa, detenzione e porto di armi da fuoco, estorsione, utilizzo illecito di apparati telefonici in stato di detenzione e spaccio di stupefacenti.

La contestazione di 416bis riguarda Emanuele Marsicano, Francesco Marfella, Luca Battista, Carlo Pulicati, Christian Titas e Rosario Iorio. Tra gli indagati Antonio Gaetano, vittima a febbraio 2023 di un agguato a Mergellina e poi morto due giorni dopo. Il provvedimento restrittivo ha inoltre colpito due pezzi grossi del clan Vigilia di Soccavo, rispettivamente reggente sul territorio e braccio destro: Emanuele Summa “’o piccone” e Rosario Maglione. Le intercettazioni hanno fatto luce sull’alleanza con Battista e Marfella.

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