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Il processo

Clan negli ospedali, raffica di sconti in appello

L’inchiesta sul gruppo Cimmino regge, ma la corte ridetermina venti pene: “salvi” i cugini Sacco

Clan negli ospedali, raffica di sconti in appello

Luigi Cimmino

NAPOLI. Il gotha della camorra vomerese e la presunta rete di fiancheggiatori tornano alla sbarra per la conclusione del processo di primo grado. La sentenza pronunciata ieri sera dalla prima sezione della corte di appello di Napoli, presidente Giovanni Carbone, pur dando ampio seguito all’impostazione della procura, con ventinove condanne inflitte, ha riservato non pochi colpi di scena. Rideterminate infatti ben 20 condanne. Tra queste quelle dei cugini Sacco, noti imprenditori e ristoratori, per i quali è stata esclusa l’aggravante di aver agevolato il clan Cimmino.

Questo nel dettaglio il dispositivo di sentenza pronunciato dalla corte di appello, che ha rideterminato le seguenti pene: Antonio Pesce, 4 anni e 6 mesi; Andrea Teano, 19 anni e 8 mesi; Luigi Cimmino (nella foto), 18 anni e 3 mesi in continuazione con altra sentenza; Vincenzo Pone, 8 anni e 10 mesi; Cosimo Fioretto, 5 anni e 2 mesi; Fabio Rigione, 4 anni e 8 mesi; Salvatore Arena, difeso dagli avvocati Giuseppe Milazzo e Immacolata Romano, 9 anni e 6 mesi con concessione degli arresti domiciliari; Antonio De Luca, 7 anni e 4 mesi in continuazione; Franco Diego Cimmino, 7 anni; Rosario Somma, 8 anni e 8 mesi; Salvatore Pellecchia, 10 anni e 4 Giovanni Napoli, 6 anni e 10 mesi; Mariangela Russo, 5 anni e 6 mesi; Benito Grimaldi, 4 anni e 8 mesi; Giovanni Cirella, 6 anni e 4 mesi; Alessandro Esposito, 9 anni e 1 mese; Eduardo Fiore, assolto dall’accusa di 416bis e difeso dagli avvocati Leopoldo Perone e Lumeno Dell’Orfano, 4 anni; Gaetano De Martino, 9 anni e 1 mese; Raffaele Sacco (classe 1968), 6 anni e 2 mesi; Raffaele Sacco (classe 1977), 6 anni e 2 mesi.

I cugini Sacco erano difesi dagli avvocati Andrea Imperato, Fabrizio Chianese, Bruno Von Arx, Alfonso Quarto e Immacolata Carratore. Condanne confermata invece per Ciro Brandi (3 anni e 6 mesi), Giovanni Caruson (14 anni), Luigi Visone (6 anni), Andrea Basile (18 anni e 4 mesi), Anna Esposito (8 anni e 8 mesi), Mario Simeoli (9 anni e 8 mesi), Domenico Pellino (5 anni e 4 mesi), Francesco Luongo (6 anni), Gaetano Cifrone (6 anni), e Alessandro Esposito (9 anni e 1 mese). Le accuse erano principalmente quelle di camorra ed estorsione, soprattutto negli appalti ospedalieri.

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