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Ponticelli

Assedio ai ras di Napoli Est

Ricostruito un colossale giro di estorsioni: nel mirino della cosca spacciatori, ladri d’auto e affiliati ribelli

Assedio ai ras di Napoli Est

NAPOLI. Tra il 2019 e il 2021 avrebbero letteralmente invaso di droga la periferia est di Napoli. Non soltanto, nel mirino avrebbero messo anche alcuni grossi spacciatori di droga e specialisti in furti di auto, costretti a versare sostanziose tangenti estorsive per continuare a “lavorare” in tutta tranquillità.

Grazie ai recenti pentimenti di Salvatore Pomatico e Rosario Rolletta “’o friariello” lo Stato è però riuscito a infliggere un nuovo, pesante colpo al temibile clan De Luca Bossa-Minichini-Casella-Aprea-Rinaldi, mettendo a segno all’alba di ieri quindici arresti a fronte quasi trenta indagati.

Gli arresti sono scattati al termine dell’indagine condotta dai carabinieri di Cercola, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea. Il gip su richiesta della procura ha emesso 12 arresti in carcere e tre ai domiciliari.

I reati contestati sono, a vario titolo, estorsione e tentata estorsione, aggravate dal metodo mafioso, ma anche spaccio di droga e detenzione di armi da fuoco. Gli indagati per costringere le vittime a pagare evocavano infatti l’appartenenza al clan De Luca-Bossa-Minichini, attivo a Cercola e nel quartiere Ponticelli, in particolare nel lotto 0, storica roccaforte della cosca.

Tra gli arrestati spiccano alcuni volti ormai più che noti della mala della zona, come i ras Giuseppe De Luca Bossa, Eduardo Casella, Luca La Penna, Giuseppe Righetto e il rampollo Raffaele Aprea. Arresti eccellenti anche sul fronte opposto, quello del rivale del De Micco-De Martino, con la nuova misura cautelare notificata al giovane ras del rione Fiat Salvatore De Martino, capo del gruppo degli “Xx”.

Dalle quasi cento pagine del provvedimento cautelare eseguito ieri dai carabinieri e dagli oltre venti capi di imputazione, emergono una serie di inquietanti taglieggiamenti. Alquanto singolare ciò che sarebbe accaduto tra settembre e ottobre 2020, quando Roberto Boccardi e Pasquale Ronza “Calimero”, presentandosi come esponenti del clan De Luca Bossa, avrebbero avvicinato Ciro Bisogni e dopo averlo convocato a Ponticelli gli avrebbero «intimato di richiedere ai titolari dell’impianto polivalente “G. Piccolo-Caravita” la somma di 50mila euro a titolo di tangente e, in caso di rifiuto, di pagare di tasca propria la somma di 10mila euro».

Alla vittima Ronza contestava «di non aver fatto loro sapere nulla dell’estorsione al campo sportivo di Cercola». Ogni azione criminale doveva quindi passare sotto il controllo dei De Luca Bossa ed essere adeguatamente “tassata”.

Sotto tiro sarebbero finiti anche gli spacciatori, come Salvatore Capasso, che tra luglio e dicembre 2020 era stato più volte minacciato dal ras Salvatore De Martino e dal suo fedelissimo, oggi pentito, Rosario Rolletta: i due avrebbero infatti preteso una tangente di 100 euro a settimana. I De Luca Bossa avrebbero poi chiesto tangenti anche ai ladri d’auto, come Mario e Rosario Quarto: da quest’ultimo avrebbe in particolare preteso una tangente di 2mila euro.

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