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Il caso
28 Novembre 2024 - 09:36
NAPOLI. Undici anni di indagini e processi ma nessun colpevole per il tremendo incendio che a marzo 2013 ha distrutto il polo interattivo Città della Scienza. Ieri la settima sezione della corte di appello di Napoli ha assolto Paolo Cammarota, l’ex vigilante accusato del rogo che ha ridotto a un cumulo di macerie il polo di via Coroglio.
Si tratta della sesta pronuncia espressa nel corso del lungo procedimento giudiziario che potrebbe essere arrivato adesso a conclusione, senza un colpevole per l’incendio che ha distrutto uno degli edifici che componevano il polo di Città della Scienza. Cammarota è stato assolto dall’accusa di incendio e di crollo conseguente all’incendio «per non aver commesso il fatto».
Cammarota, fin delle primissime battute delle indagini, si era sempre professato innocente. Quello di ieri è il terzo giudizio in appello per lui. L’ex vigilante è stato condannato in primo grado a 6 anni di reclusione, poi assolto in appello; la Cassazione, su ricorso della procura generale, aveva quindi rinviato gli atti per un nuovo processo di appello, concluso due anni fa con la condanna di Cammarota. La difesa aveva presentato ricorso per Cassazione, che aveva rinviato per una seconda volta gli atti a nuova sezione della Corte d’appello di Napoli.
Ieri pomeriggio l’ultimo atto del terzo processo d’appello, con l’assoluzione di Paolo Cammarota a fronte della richiesta della procura generale di confermare la condanna a 6 anni. Entro 90 giorni saranno depositate le motivazioni della sentenza.
Nel verdetto di primo grado gli indizi a carico di Cammarota erano invece «gravi, precisi e concordanti» ma sulla vicenda da sempre ci sono state moltissime ombre. Nel primo verdetto si citavano, per esempio, dei complici, ma questi non sono mai stati identificati. Inoltre si evidenziava una presunta malagestione della Fondazione Idis, ma anche in questo settore tutto era rimasto sulla carta perché non era mai emerso «alcun elemento utile a individuare in modo diretto eventuali interessati all'esecuzione dell'incendio» aveva scritto il magistrato nella sentenza di primo grado.
Il rogo la sera del 4 marzo 2013 si sviluppò su quattro focolai azionati in diverse zone del polo scientifico di Coroglio. L’impatto fu terribile. Città della Scienza fu praticamente distrutta. Il museo interattivo considerato uno dei più validi attrattori turistici della città, con una media all’epoca stimata in circa 350mila visitatori l’anno era ridotto in cenere. Il disastro si consumò nel giro di pochissime ore e della struttura non rimasero altro che cenere e macerie.
Immediatamente l’allora primo cittadino Luigi de Magistris tweettò: “Napoli è sotto attacco” chiedendo una sorta di Piano Marshall per arginare una situazione difficilmente gestibile. Con la nuova assoluzione ottenuta da Paolo Cammarota l’inchiesta che avrebbe dovuto fare luce del terribile incendio rischia però di impantanarsi per sempre. I veri colpevoli di quel disastro restano intanto ancora a piede libero.
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