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Il processo
28 Novembre 2024 - 12:20
Ex dipendente della raffineria Kuwait di Napoli deceduto per mesotelioma pleurico perché esposto all'amianto: arriva maxi risarcimento da un milione e mezzo di euro per la famiglia del lavoratore.
Il Tribunale di Roma ha accertato la responsabilità della raffineria della Kuwait di Napoli per la morte di V.T. deceduto a 70 anni per un mesotelioma pleurico. L'azienda è stata condannata a risarcire la famiglia dell'operaio con la somma di 444.787 euro e, per i danni sofferti singolarmente, un importo di circa 300mila euro ciascuno alla vedova e ai 3 figli, per una cifra complessiva che va oltre 1 milione e mezzo di euro.
L'uomo ha lavorato per 22 anni alle dipendenze della Kuwait, già Mobil Oil Italiana, presso la raffineria di Napoli, inizialmente pompista e poi come conduttore caldaie e impianti di produzione della centrale termoelettrica.
Sulla base dell'istruttoria del Giudice del Lavoro del Tribunale, e la Ctu tecnica e medico legale, sono emerse le precise responsabilità dell'azienda per l'utilizzo della fibra killer senza restrizioni, e l'esposizione del lavoratore, diretta, indiretta e per contaminazione ambientale a polveri e fibre di amianto in assenza di misure cautelari.
I familiari sono stati assistiti dall'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto, che sottolinea: «Si tratta di una importante pronuncia perché conferma il rischio amianto anche nel settore petrolchimico, che ha visto una elevata incidenza epidemiologica di casi di mesotelioma, tumore del polmone, della laringe, e di tutti gli altri, causati dall'amianto. Questo impone una accelerazione nella bonifica e messa in sicurezza del Sin relativo proprio a Napoli, come abbiamo più volte richiesto».
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