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LA CONTINUITÀ ASSISTENZIALE

Guardia medica, ultima frontiera della Sanità

I giovani evitano la medicina di base

Guardia medica, ultima frontiera della Sanità

NAPOLI. La continuità assistenziale (ex guardia medica) napoletana è un’eterotopia, - spazi che, pur essendo connessi al mondo circostante, funzionano secondo regole e logiche proprieil trait d’union tra la medicina di base e il pronto soccorso. Ubicata in ogni distretto sanitario, è di fondamentale importanza nelle ore notturne, quando i cittadini vi si recano per i più disparati motivi.

È una giornata come le altre e la guardia medica è operativa dalle ore 20. Già mezz’ora prima la sala d’attesa si riempie di pazienti e tra di loro c’è chi è venuto a farsi solo prescrivere dei farmaci per il trattamento della schizofrenia. L’uomo asserisce che due settimane prima, a causa della reticenza dei medici nel prescriverglieli, aveva inveito contro di loro e fatto intervenire le forze dell’Ordine che avrebbero obbligato i medici a concederglieli.

Un altro cittadino è diabetico e deve farsi prescrivere dei farmaci salvavita perché il proprio medico di base è inesistente. Ha provato a cercarne uno sul portale Sinfonia ma hanno già tutti raggiunto il massimale. E lui è rimasto fuori. La quasi totalità dei cittadini è in attesa per ricette e certificati e Ilaria V., medico e specializzanda in anestesia e rianimazione, spiega che è la prassi.

La platea di utenti con cui lei e i suoi altri tre colleghi per turno hanno a che fare «è variegata» e gli orari di punta sono «a inizio e a fine turno (alle 8 del mattino)». Neanche la guardia medica è esente da soprusi ai propri danni. In particolare, «durante una visita domiciliare, un uomo si è rivolto in modo violento per una trasfusione di sangue alla moglie, asserendo di essere colui che era “uscito sui giornali” qualche tempo prima per aver aggredito dei medici. Un vanto insomma».

Contrariamente a quanto si pensi, aggiunge la dottoressa, «il ceto sociale basso riconosce l’autorità del medico, quello medio no». Le visite domiciliari, spesso, sono una doccia d’acqua fredda ed è all’ordine del giorno «trovare pazienti abbandonati ed allettati con pannolini sporchi e cibo intorno a loro». Durante il turno, fa ritorno il paziente diabetico poiché la farmacia aveva respinto la ricetta scritta con la penna blu.

«I muri di questo nosocomio sono stati testimoni di molte situazioni ai limiti dell’assurdo: da chi, in crisi d’astinenza, mostra una denuncia di smarrimento di uno zaino in cui vi era un’oppioide pretendendone la prescrizione a chi, per solitudine, porta la propria torta di compleanno alla ricerca di qualcuno con il quale festeggiare e non restare da solo».

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