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29 Novembre 2024 - 10:06
NAPOLI. L’emergente ras lascia il carcere dopo la recentissima condanna al ribasso e il clan Amato-Pagano rischia di ricompattarsi dopo le ultime retate. Enrico Bocchetti, 28enne ritenuto dagli inquirenti antimafia l’attuale reggente della cosca, ieri mattina ha lasciato il penitenziario nel quale si trovava detenuto in seguito al suo arresto per un presunto giro di tangenti estorsive imposte sulla vendita di alcuni immobili all’asta: una vicenda per la quale il presunto ras ha rimediato un forte sconto di pena in appello, cavandosela con tre anni e quattro mesi di reclusione, così come il suo braccio destro e coimputato Pasquale Furiano. Ormai attenuatesi le esigenze cautelari, la corte di appello di Napoli, dando ampio accoglimento all’istanza dei legali dei due imputati, i penalisti Domenico Dello Iacono e Leopoldo Perone, ha concesso ai presunti aguzzini il beneficio degli arresti domiciliari.
Già alle prime luci di ieri sia Bocchetti, noto a malanapoli per essere il genero del capoclan Cesare Pagano, che Furiano hanno raggiunto le abitazioni in cui sconteranno il residuo di pena. Bocchetti era però balzato alla ribalta della cronaca anche poche settimane fa, quando è stato nuovamente arrestato, ma cavandosela con i domiciliari, nell’ambito di un’inchiesta su un imponente giro di droga. Anche in questo caso i suoi difensori, gli avvocati Perone e Dello Iacono, aspettano gli sviluppi dell’indagine per intavolare poi l’eventuale strategia processuale. Enrico Bocchetti e Antonio Pompilio, coinvolti nel blitz di inizio mese, sarebbero ai vertici del clan Amato-Pagano dopo l’arresto di Marco Liguori.
Lo scrivono gli inquirenti nell’ordinanza di custodia cautelare che ha disarticolato due organizzazioni di narcos internazionali non collegate direttamente, ma entrambe riconducibili agli ambienti del gruppo di malavita che si distaccò clamorosamente dai Di Lauro tanto da meritarsi l’appellativo di Scissionisti. Storie vecchie, mentre è nuova e di interesse la circostanza che per i pm della Dda hanno scalato i gradini della cosca fino a diventare reggenti lo storico affiliato soprannominato “’o cafone” (Pompilio) e il genero del boss Cesare Pagano (Bocchetti). I due emergerebbero come ras di primo piano dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra i quali Pasquale Cristiano e Salvatore Roselli “frizione”.
Il primo ha riferito che Enrico Bocchetti «durante i summit di camorra parlava a nome della famiglia», associandolo ad Antonio Pompilio come reggente dell’organizzazione con basi a Melito e Mugnano. Mentre per Salvatore Roselli «fu uno dei primi ad andare in Spagna e negli anni è stato anche in contatto con Raffaele Imperiale». Poi, in seguito all’arresto di Marco Liguori «è diventato reggente del clan», ha messo a verbale. Altri collaboratori di giustizia hanno invece parlato di Carlo Calzone (fratello dei più noti Rito e Carmine) e di Maurizio Errichelli, indicandoli rispettivamente come «il referente di Melito» e «il referente di Mugnano».
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