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Rischio escalation a Forcella, scarcerato il rampollo del clan

Fuori Salvatore Giuliano “Bombolone”, la cosca potrebbe ricompattarsi

Rischio escalation a Forcella, scarcerato il rampollo del clan

Nella foto controlli della polizia a Forcella; nel riquadro Salvatore Giuliano, alias “bombolone”, 38 anni

NAPOLI. Per il momento non potrà fare ritorno nel proprio quartiere di origine, ma la notizia della sua scarcerazione ha già messo in fibrillazione gli ambienti criminali del centro storico di Napoli. Salvatore Giuliano, conosciuto come “Bombolone”, esponente di punta dell’omonimo clan con base a Forcella, pochi giorni fa ha lasciato il carcere nel quale si trovava detenuto da luglio scorso, quando è scattato l’ultimo maxiblitz contro il cartello Giuliano-Mazzarella, per andare ai domiciliari.

Il gip Luca Rossetti ha infatti deciso di accogliere l’istanza del difensore di Giuliano, l’avvocato Leopoldo Perone, concedendo al presunto capozona il beneficio degli arresti in casa in provincia di Isernia. È qui che il 38enne aspetterà di conoscere le proprie sorti processuali. Appena pochi giorni fa, come riportato dal nostro giornale, la Direzione distrettuale ha dichiarato concluse le indagini preliminari per trenta indagati. Uno step che, con tutta probabilità, farà da apripista alla successiva richiesta di rinvio a giudizio.

E a quel punto per boss e gregari della holding mafiosa firmata Mazzarella-Giuliano potrebbe profilarsi una nuova raffica di condanne pesantissime. Tornando invece a Salvatore Giuliano, “Bombolone”, parente omonimo dell’ex ras Salvatore Giuliano “’o russo”, è accusato insieme a Cesare Morra, Antonio Morra, Giuliano Cedola, Vincenza Cella, Angelo Massa, Cristiano Giuliano, Ciro Oliviero e Massimo Somma, in qualità di partecipe, di aver «collaborato personalmente e direttamente con i vertici del clan ponendosi in maniera permanente a disposizione degli stessi per lo svolgimento di qualsiasi compito, anche operativo ed effettuando azioni armate, e occupandosi anche delle estorsioni, del traffico di stupefacenti e di tutte le attività illecite di interesse dell’organizzazione».

I vertici del clan erano stati invece ancora una volta inquadrati in Michele Mazzarella, Salvatore Barile e Ciro Mazzarella. Il provvedimento eseguito l’estate scorsa univa i risultati di due investigazioni compiute dalla sezione dalla Squadra mobile, del Nucleo investigativo dei carabinieri partenopei e della squadra giudiziaria del commissariato Vicaria-Mercato.

Sono state così ricostruite le attività illecite dell’organizzazione a Forcella, alla Maddalena, nel rione San Gaetano e alle Case Nuove, dove a gestirle era il gruppo dei Caldarelli, articolazione del clan Mazzarella così come i nuovi Giuliano. La prima indagine, andata avanti tra gennaio del 2020 e la seconda metà del 2021, ha monitorato la nascita, l’ascesa e l’affermazione dell’aggregazione criminale di retta da Salvatore Giuliano, oggi collaboratore di giustizia.

L’attività ha documentato l’alleanza con il sodalizio della famiglia Mazzarella, attraverso gli incontri con i vertici del clan. La seconda attività d’indagine, svolta tra la fine del 2018 e il gennaio 2022, ha consentito di ricostruire la struttura e l’operatività di un gruppo criminale denominato paranza di San Gaetano, guidata da Barile.

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