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Calo demografico

Sempre meno nascite, a Napoli in un anno solo 7mila

Nel capoluogo non si raggiunge il milione di persone. E vacilla anche il primato di regione più giovane d’Italia

Sempre meno nascite, a Napoli in un anno solo 7mila

NAPOLI. Era la regione più giovane d’Italia ma questo primato è in lento e inesorabile declino. Napoli, come l'intera Campania, sta vivendo un preoccupante declino demografico, caratterizzato da un drastico calo delle nascite. La città che negli anni '80 e '90 aveva quasi raddoppiato la sua popolazione, ha invertito la rotta, perdendo negli ultimi vent'anni circa 80mila abitanti e allontanandosi definitivamente dall'obiettivo di raggiungere il milione di residenti.

Questo fenomeno è particolarmente evidente nell'analisi dei punti nascita: se nel 2004 ogni ospedale napoletano disponeva di un proprio punto nascita e venivano registrati circa 10.800 nuovi nati, nel 2023 le nascite si sono ridotte a poco più di settemila. Costanza Lorino, ginecologo con una lunga esperienza nel settore pubblico, sottolinea come il calo della natalità sia un problema diffuso al Sud e ricorda come, venti anni fa, al Loreto Mare, per esempio, si registrassero oltre duemila parti all'anno.

Oggi, l'ospedale del Mare, principale presidio della Asl Napoli 1, conta circa 450 parti annui, mentre altre strutture come il San Giovanni Bosco e il San Paolo si attestano su numeri ancora più bassi, ben al di sotto della soglia minima individuata dal Ministero. Claudio Costallino ginecologo, prima nel pubblico, ora nel privato, conferma l'allarme, definendo i dati degli ultimi vent'anni «decisamente impressionanti». Secondo il medico, per la sua esperienza, nei giovani emerge la paura di affrontare le difficoltà economiche legate alla genitorialità.

Andrea Sollia, sociologo, rimarca come il problema sia di natura sociale e coinvolga le nuove coppie, le famiglie e la mancanza di prospettive lavorative. Molti giovani, infatti, sono costretti a emigrare in Paesi dell’Unione ed extraunione, dove le politiche familiari sono più sostenibili e dove il sistema lavoro non sia così in affanno garantendo quindi una vivibilità quantomeno sufficiente alle proprie famiglie. Medici, ginecologi, sociologi e terapeuti concordano nell'individuare nella denatalità una piaga sociale che rischia di compromettere la sostenibilità dei servizi e del welfare.

I dati nazionali confermano questa tendenza: negli ultimi vent'anni l'indice medio di natalità in Italia è diminuito in modo significativo, e la Campania ha registrato un calo ancora più marcato. L'indice di fertilità, cioè il numero medio di figli per donna, è inferiore a 1,5 in tutte le regioni italiane, una soglia considerata critica per garantire il ricambio generazionale.

«Il calo demografico e la diminuzione delle nascite rappresentano una sfida complessa per Napoli e l'intera Campania. Per invertire questa tendenza, è necessario mettere in campo politiche familiari più sostenibili, promuovere l'occupazione giovanile e offrire maggiori certezze alle nuove generazioni» ha analizzato Sollia.

Ma i giovani cosa ne pensano? Maurizio Addalo, commerciante nella ditta di famiglia, dunque un privilegiato, come si considera anche lui, inquadra il problema con un senso di sconforto: «Cosa offriamo ai nostri figli? Una città violenta dove stanno prendendo il sopravvento le forze peggiori senza che si riesca a fermare questa deriva. E certo non è il turismo o la mancanza di lavoro a determinare questa pochezza etica e sociale. Ma purtroppo non vedo via d’uscita».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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