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La storia

Iolanda, una vita da parcheggiatrice abusiva

«Ho cresciuto due figli così: la prima è visagista, il maschio è laureato. Niente a che vedere con la camorra»

Iolanda, una vita da parcheggiatrice abusiva

Iolanda Sorrentino, classe 1973, è balzata agli onori della cronaca per un servizio di Fuori dal coro sui parcheggiatori abusivi. Lei appartiene alla categoria e sta facendo il giro dei social per la sua affermazione relativa alle 43 denunce che mensilmente riceve dalle forze dell’ordine e che hanno destato sconcerto tra gli utenti.

Com’è arrivata a fare la parcheggiatrice abusiva?

«Prima di me lo faceva mio marito fuori al Cardarelli ed io facevo le pulizie. Lui venne arrestato ed io lavorai come cassiera in un supermercato di Giugliano per 600 euro al mese. Fui costretta ad andare davanti al Cardarelli ma dovevo dividere i guadagni con chi già c’era. Poi, 17 anni fa, Mario Riccio, vedendomi disperata, mi disse di spostarmi con lui qui».

Da allora è sempre stata qui?

«Sì. Oltre a Mario c’era un altro uomo che andava via all’arrivo della Polizia. Dopo varie peripezie rimasi da sola e tolsi anche la tariffa. Le forze dell’ordine – che mi hanno sempre trattata bene - ogni tanto mi facevano qualche verbale.»

A proposito, cos’è questa storia delle 43 denunce?

«Non sono denunce che fanno le persone per aver spaventato o intimato qualcuno di darmi dei soldi. Sono relative alla violazione di un daspo impostomi dal Questore di Napoli che non ho rispettato.»

Perché lo fa?

«Vede, quando lo Stato fa le leggi deve anche mettere il cittadino in condizioni di rispettarle. Io lo faccio per i miei figli. Ad oggi, la femmina è visagista e il maschio è laureato in lettere e filosofia.»

Quanto guadagna al giorno?

«Io sono credente e dico sempre che guadagno quanto vuole Dio ma non sono ricca»

Ha legami con la camorra?

«No ma ho ricevuto richieste e minacce: 600 euro al mese e una tariffa fissa da far pagare ma rifiutai. Se avessi voluto far parte di quel mondo, avrei potuto perché la mia famiglia aveva esponenti in quel giro. Mi offrirono una casa nella 167 ma fecero un blitz. Mi spaventai e per un mese dormii in macchina coi miei figli.»

Cosa pensa degli episodi di violenza dei suoi ‘colleghi’?

«Sono contraria alla violenza. Devono capire che non possiamo pretendere di essere pagati. Io stessa andai allo stadio e mi chiesero 20 euro. Andai via. Da me lo sanno tutti che chiedo sempre un’offerta a piacere.»

E allora quale differenza c’è tra lei e chi chiede la carità?

«Non c’è. Ho solo cercato di mantenere un minimo di dignità. Io non sfrutto nessuno, i clienti mi danno i soldi spontaneamente o mi pagano un caffè. Non mi sento una delinquente.»

Lei è una delle poche donne che svolgono l’attività di parcheggiatore. C’è un gender gap anche in questo campo?

«Io ho dovuto tralasciare la mia femminilità. Non si può essere donna indossando queste vesti e avendo sempre fumo addosso (delle auto)»

Ma lei sarebbe disposta ad accettare un lavoro?

«Certo.»

Sa che prima o poi la giustizia arriverà e le conseguenze potrebbero essere devastanti?

«Sì e so di essere indifendibile. Non mi sono mai nascosta.»

Cosa ha da dire in merito alla trasmissione Fuori dal coro?

«La giornalista stava facendo il suo lavoro ma mi ha offesa anche sul personale e questo non lo merito. Indirettamente, offende anche le forze dell’ordine poiché è già attivo l’iter su di me, deve solo fare il suo corso».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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