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l'audizione
03 Dicembre 2024 - 13:26
CAIVANO. Al Parco Verde di Caivano, dopo l'intervento del Governo "qualcosa sta avvenendo, a qualcuno piace, a qualcuno non piace, qualcuno stiracchia di qua e di là, un sacco di bugie che si dicono", ma c'è ancora un "problema umanitario" e nell'ambito della gestione degli sgomberi, decisi dalla magistratura, di 36 famiglie abusive con problemi con la giustizia, sono stato "messo in croce" per la falsità di avere "chiuso la chiesa" ai bisognosi.
Lo ha detto don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, nel suo intervento presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali. "Siamo in un campo penale, non amministrativo, ma è bastata questa cosa qua per farmi mettere in croce, state parlando con una persona che sta veramente in croce" ha detto il sacerdote ricordando che "sono arrivati 1.200 poliziotti e carabinieri, hanno presidiato le chiesa, io ho dovuto sottostare anche non agli ordini ma ai consigli delle forze dell'ordine che mi dicevano 'padre faccia attenzione, tenga il cancello chiuso', questo mi ha procurato la nomea di avere chiuso la chiesa alla gente che moriva di freddo. Niente di vero, tante di quelle famiglie non avevano bisogno, certamente tra queste 36 famiglie ci sarà pure qualcuno che ha sbagliato nel passato e ora stava faticosamente riprendendosi, ci sono bambini, ed è una tregedia" ha aggiunto.
Don Patriciello ha ricordato che intorno a queste 36 famiglie subito si sono mossi "come gli avvoltoi la destra e la sinistra", ma "un problema umanitario non è mai di parte" e questa tragedia non va stiracchiata". Quanto ai membri delle altre 214 famiglie che vivono irregolarmente nelle case del Comune ma non saranno sgomberate, ha ricordato, "saranno finalmente sanati", poi sono stati stanziati fondi per migliorare gli ambienti e "da un anno a questa parte la più grande piazza di spaccio d'Europa non funziona, potete immaginare coloro che di questo pane vivevano quanto mi vogliono bene" ha concluso il sacerdote.
Al Parco verde "la gente ha paura degli assistenti sociali, ha paura che gli tolgono i figli". E, allora, "andiamogli incontro" ha detto don Maurizio Patriciello. Il sacerdote ha sottolineato la necessita' di intervenire sulle famiglie, bilanciando pero' una serie di situazioni. "Con chi delinque bisogna essere spietatamente severi, le leggi vanno rispettate - ha subito precisato don Patriciello -. I buonisti non mi piacciono". Contemporaneamente per don Patriciello bisogna pero' intervenire con umanita' nei "confronti di chi e' costretto a delinquere", una fetta di persone che "ci portiamo sulla coscienza" per non essere stati in grado di aiutarli. "Quante persone possiamo salvare ancora?", ha chiesto. Solo in ultima istanza don Patriciello ha sottolineato che si deve valutare di togliare i figli ai mafiosi perche' altrimnti "questa serpe che si morde la coda non avra' mai fine". "Ma questa strada - ha precisato - la vedrei come ultima possibilita'. Se prima non abbiamo fatto tutto, togliere direttamente i figli ai mafiosi sarebbe per noi un lavarci il viso e per loro un arrabbiarsi ancora di piu'".
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