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Lavoro
03 Dicembre 2024 - 15:31
POMIGLIANO D'ARCO. La produzione nello stabilimento Stellantis di Pomigliano d'Arco si è fermata per il secondo e il terzo turno, a causa del blocco dell'ingresso merci da parte dei lavoratori di Trasnova, azienda che fornisce servizi a Stellantis. La situazione si è aggravata ulteriormente poiché il colosso automobilistico non ha ancora rinnovato la commessa per le attività nei propri siti produttivi italiani.
La protesta dei circa 90 lavoratori Trasnova continua, con un presidio che ha preso forma davanti all'ingresso merci dello stabilimento. Questa mattina, i manifestanti hanno allestito un simbolico albero di Natale, decorato non con luci e festoni, ma con i nomi dei lavoratori accompagnati dalla scritta "licenziato". «Questo è il nostro regalo di Natale da parte di Stellantis - hanno dichiarato i lavoratori - non dovevamo essere trattati in questo modo. Dopo anni di lavoro ci licenziano, e lo fanno a Natale».
La situazione ha attirato l’attenzione dei sindacati, che hanno richiesto un tavolo di confronto specifico al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) per affrontare la vertenza Trasnova. «Chiediamo il tavolo con urgenza - ha affermato Giuseppe Raso, segretario generale della Fismic di Napoli e della segreteria nazionale del sindacato - nei prossimi giorni ci sarà un tavolo per l'automotive, ma questi ragazzi, circa 400 impiegati nei siti produttivi di Stellantis in Italia, saranno licenziati a fine anno. Quindi un tavolo è urgente. Abbiamo anche chiesto un incontro con il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, perché questa vertenza non può passare inosservata».
Nel frattempo, Stellantis ha comunicato che, a causa del fermo di produzione, sarà richiesta la cassa integrazione per i lavoratori coinvolti. La situazione si preannuncia complessa e delicata, con il Natale che si avvicina e i lavoratori di Trasnova che si trovano a fronteggiare un futuro incerto e gravoso, carico di tensioni e preoccupazioni.
La protesta non è solo un grido di allerta per i lavoratori coinvolti, ma un appello alla solidarietà e alla responsabilità sociale da parte di un colosso dell'industria automobilistica, che ora deve affrontare le conseguenze delle proprie scelte.
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