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Le cifre

Agroalimentare, vola l’export campano

L’industria napoletana spinge forte con un +26 per cento e un valore di 1,8 miliardi

Agroalimentare, vola l’export campano

NAPOLI. Chiude a più 7,1 per cento il bilancio dei primi sei mesi del 2024 dell’export agroalimentare italiano. E con 34 miliardi di euro di vendite all’estero realizzate dai vini e dagli alimenti tricolore, si fa sempre più concreta la prospettiva di raggiungere quota 70 miliardi di euro entro la fine del 2024.

Vola anche l’export della Campania. Con una quota del 23,9 per cento (dato 2023) l’agroalimentare trascina l’export campano con la provincia di Salerno leader con il 25 per cento e 2,3 miliardi di euro in termini di valore. Il settore mostra una crescita significativa, in contrasto con il calo complessivo delle esportazioni nazionali di beni e servizi (-1,1 per cento), come emerge dal report Ismea sugli scambi con l’estero appena pubblicato. Un risultato a cui hanno contribuito in Italia sia l’industria alimentare, con un incremento dei flussi in valore del 7,7 per cento, sia la componente agricola (+3,4).

A trainare l’agroalimentare campano verso i mercati esteri la pasta, le bevande, le conserve vegetali. Spicca la crescita a doppia cifra verso i Paesi dell’Ue, in particolare Germania, Francia, Regno Unito, Paesi Bassi, dove l’aumento è stato trainato dai prodotti di punta del made in Italy come vini, spumanti, olio evo e pasta.

A livello merceologico, crescono le esportazioni di vini in bottiglia, che si confermano tra i prodotti più esportati, i derivati dei cereali, con un aumento dell’8 per cento in valore, guidato dai prodotti di panetteria e pasticceria, più che dalla pasta. Secondo Coldiretti Campania a tirare sono i mercati europei con poco più del 60 per cento, mentre verso gli Stati Uniti e le Americhe viaggia il 20 del totale.

Analizzando le aree territoriali della regione, continua il primato della provincia di Salerno in termini di valore esportato, sfiorando i 2,3 miliardi di euro, con una crescita del 25 per cento. Lo sprint maggiore nella crescita si registra in provincia di Caserta con +44, con un valore di esportazione che si avvicina ai 450 milioni.

L’industria alimentare napoletana spinge ancora forte con un +26 per cento, sfiorando 1,8 miliardi di valore esportato. Guardando alle aree interne l’Irpinia è la più “lenta” sulla media regionale, con un incremento del 20, ma porta a casa quasi 600 milioni di euro di esportazioni.

Per valore dell’export il Sannio conta circa 140 milioni di euro e un incremento del 23 per cento. «Sono dati incoraggianti e di tutto valore che ci stanno consentendo di recuperare ciò che abbiamo perso con la crisi economica del Paese e di dare una significativa spinta al Pil regionale», afferma Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania.

«È una crescita fortemente legata ai prodotti identitari, dalla pasta al vino, dalla quarta gamma alla mozzarella di bufala, dall’olio evo alle conserve di pomodoro, dalle bevande al latte. Dove si difende la biodiversità territoriale, cresce la capacità di portare sul mercato prodotti di qualità e ad alto valore aggiunto. A dare una spinta è la logistica con l’attivazione dei voli dall’aeroporto di Salerno dal quale partono soprattutto le produzioni della Piana del Sele; un territorio che si conferma tra le aree agricole più vocate per quantità e qualità dell’agroalimentare».

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