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Camorra

Faida tra Pianura e Soccavo, pistolettate contro il balcone

Nel mirino dei sicari il 26enne Luca Battista, sospetti sul clan Marsicano

Faida tra Pianura e Soccavo, pistolettate contro il balcone

Nei riquadri la vittima del raid Luca Battista e l’emergente boss pianurese Emanuele Marsicano

NAPOLI. È un tentato omicidio giornalisticamente inedito, emerso attraverso la lettura delle carte dell’inchiesta sul clan Marsicano di Pianura. La stessa vittima mancata, Luca Battista, denunciò il fatto alla polizia, aggiungendo particolari da brividi. Era il 4 maggio scorso e il 26enne, allora agli arresti domiciliari, stava fumando una sigaretta sul terrazzo di casa quando una pioggia di fuoco si abbatté sui 15 metri della balconata.

Lui era seduto su una sdraio e fece appena in tempo a fuggire all’interno, non prima di aver sentito nitidamente uno dei componenti del gruppetto armato gridare a un complice: «È iss’, spara, spara». Sulla vicenda stanno indagando gli investigatori della Squadra mobile della questura, autori della brillante operazione che il 25 novembre scorso ha disarticolato il clan Marsicano con 15 arresti.

Tra i destinatari c’era anche Luca Battista, accostato al gruppo di malavita di Pianura e considerato pure uno degli alleati dei Vigilia di Soccavo e in particolare dei reggenti Emanuele Summa “Piccone” e Rosario Maglione “Gastone”. Un patto, cui avrebbe partecipato insieme con Francesco Marfella detto “Checco” e Chiristian Tito, che prese forma nel periodo di forte tensione tra la cosca soccavese e i nemici Grimaldi, tornati forti.

Come ha raccontato ai pm antimafia il collaboratore di giustizia Gaetano Vigilia dell’omonima famiglia. Luca Battista subì il clamoroso agguato quando, almeno apparentemente, la guerra GrimaldiVigilia sembrava finita o quantomeno tra i due clan di Soccavo era stata firmata una tregua.

Circostanza che porta gli investigatori a ritenere più probabile che il 26enne sia stato preso di mira dal gruppo Carillo-Perfetto di Pianura, erede dei Pesce-Marfella e in guerra con i Calone-EspositoMarsicano a loro volta discendenti di malavita dei Mele. Una faida che fa il paio quanto a durata con quella di San Giovanni a Teduccio tra i Mazzarella e i Rinaldi.

Ma nessuno può escludere del tutto che ad agire quella sera non fossero esponenti rivali dei Vigilia. Fu proprio il giovane Luca Battista a chiedere l’intervento della polizia chiamando il 113. Agli investigatori accorsi sul luogo della sparatoria riferì che mentre era seduto su una sedia in terrazza intento a fumare una sigaretta, aveva sentito l’esplosione di colpi d’arma di fuoco indirizzati contro di lui. «Un uomo gridava “è lui, è lui, spara».

Sul posto i poliziotti trovarono quattro bossoli calibro 7,65 sul pavimento della balconata mentre sulla porta d’ingresso della cucina sul frigorifero c’erano diversi fori di proietti le. Circostanze che descrivono senza ombra di dubbio che l’obiettivo dei pistoleri fosse uccidere il 26enne e non semplicemente intimidirlo.

Il 25 novembre scorso gli investigatori della sezione “C.O. della Squadra mobile hanno arrestato quindici persone, tra cui due donne alle quali il gip ha concesso i domiciliari, infliggendo un duro colpo al clan Marsicano.

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