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Malanapoli

Fuori il narcos del clan Giuliano

Alta tensione a Forcella, il fedelissimo dell’ex boss lascia il carcere di Poggioreale

Fuori il narcos del clan Giuliano

Nel riquadro l’ex capoclan di Forcella, oggi collaboratore di giustizia, Salvatore Giuliano “’o russ”

NAPOLI. Sarebbe stato uno dei fedelissimi dell’allora capoclan Salvatore Giuliano “’o russo” e proprio grazie alle accuse di quest’ultimo, nel frattempo pentitosi, a luglio scorso era finito in manette nell’ambito dell’ultima maxi-inchiesta che ha colpito la cosca di Forcella e i Mazzarella.

Dopo mesi trascorsi il carcere, Lugi Carrano ha però ottenuto a sorpresa gli arresti domiciliari. A spuntarla sono state le argomentazioni del suo legale, l’avvocato Roberto Saccomanno, il quale ha convinto il gip con argomentazioni nuove, mai prima esaminate neanche dal Riesame, che le esigenze cautelari si sono ormai attenuante e che potevano essere tutelate anche con la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari.

Carrano, sulla cui testa pendono le accuse di associazione finalizzata al traffico di droga e spaccio, reati aggravati dalla finalità mafiosa, ha così potuto lasciare il carcere di Poggioreale. Il patto di ferro tra i clan Giuliano e Mazzarella aveva messo nuovamente sotto assedio della camorra i vicoli di Forcella e del Mercato.

Una scalata criminale, quella delle nuove leve di malanapoli, bloccata però dalla retata messa a segno da polizia e carabinieri a luglio scorso, che non ventidue arresti avevano inflitto un duro colpo alla cosca a tre teste. La procura antimafia non ha però perso tempo e per trenta dei trentasette indagati il mese scorso ha dichiarato concluse le indagini preliminari.

Tradotto, processo dietro l’angolo per ras e gregari della temibile alleanza mafiosa e a rischiare grosso saranno soprattutto gli indagati ai quali viene contestata l’accusa associativa: Emanuele Amoroso, Antonio Bonavolta, Gennaro Caldarelli, Vincenzo Caldarelli, Stefano Capuano, Pasquale Casaburro, Giuliano Cedola, Cristiano Giuliano, Salvatore Giuliano “’o russo”, Gennaro Imparato, Salvatore Marino, Angelo Massa, Antonio Morra, Cesare Morra, Ciro Oliviero, Massimo Somma, Gennaro Tarascio, Alessio Vicorito, oltre ai boss Salvatore Barile, Ciro Mazzarella e Michele Mazzarella.

Il provvedimento eseguito l’estate scorsa univa i risultati di due investigazioni compiute dalla sezione dalla Squadra mobile, del Nucleo investigativo dei carabinieri partenopei e della squadra giudiziaria del commissariato Vicaria-Mercato. Sono state così ricostruite le attività illecite dell’organizzazione a Forcella, alla Maddalena, nel rione San Gaetano e alle Case Nuove, dove a gestirle era il gruppo dei Caldarelli, articolazione del clan Mazzarella così come i nuovi Giuliano.

La prima indagine, andata avanti tra gennaio del 2020 e la seconda metà del 2021, ha monitorato la nascita, l’ascesa e l’affermazione dell’aggregazione criminale diretta da Salvatore Giuliano, oggi collaboratore di giustizia, e così è stato possibile acquisire indizi sul reclutamento e la formazione degli appartenenti e l’insediamento sul territorio del nuovo gruppo criminale. L’attività aveva anche documentato l’alleanza con il sodalizio criminale capeggiato dalla famiglia Mazzarella.

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