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I verbali inediti
14 Dicembre 2024 - 08:18
_ Nei riquadri la vittima Gennaro Ramondino, il neo pentito Domenico Di Napoli, Nunzio Rizzo e Paolo Equabile
Il capozona della mala pianurese decide di lanciarsi tra le braccia dello Stato e con le proprie dichiarazioni apre una nuova breccia negli ambienti criminali della periferia ovest. Domenico Di Napoli, 30 anni e alle spalle la recentissima accusa di essere coinvolto nell’omicidio del pusher ribelle Gennaro Ramondino, ha da pochi giorni iniziato il proprio percorso di collaborazione con la giustizia. Il primo verbale con le sue scottanti dichiarazioni è stato redatto il 5 dicembre scorso e adesso è stato depositato innanzi al tribunale del Riesame, dove si sta celebrando il primo step giudiziario che vede alla sbarra il gruppo capeggiato dal presunto ras Massimiliano Santagata. Nel corso dell’interrogatorio reso al pubblico ministero della Dda Stefania Di Dona, Di Napoli, ribadita la propria volontà di collaborare, ha riconosciuto numerosi ras e affiliati della mala di Pianura. Il primo contro cui ha puntato il dito è stato Luca Battista: «Ha lavorato anche nella mia piazza di spaccio. Fu arrestato con un’arma e posso dire che quell’arma era destinata a me in quanto era stata acquistata da Fabio Minopoli insieme ad altre tre armi che avevamo acquistato con i proventi della piazza di spaccio, che avevamo creato io e Minopoli in un periodo in cui volevamo staccarci da Emanuele Marsicano e Carlo Esposito. Per questo motivo Marsicano provava astio nei confronti miei e di Minopoli. Luca Battista faceva parte del clan EspositoMarsicano». Il neo collaboratore ha poi parlato dei ruoli delle donne del clan: «Brigida Arillo è la moglio di Carlo Esposito. Nel 2023, quando fui scarcerato e rientrai nella mia abitazione agli arresti domiciliari, lei insieme alla figlia Giusy Esposito alias “’a chicca”, mi vennero a trovare a casa e nell’occasione mi fecero parlare al telefono con Carlo Esposito e con Emanuele Marsicano, entrambi detenuti in carcere». Il racconto entra quindi nel vivo: «Prima di avviare le conversazioni - ha messo a verbale Di Napoli - con i due detenuti chiesi alla moglie di Carlo Esposito come stavano le cose a Pianura e mi dissero che erano rimasti fuori dal carcere Massimiliano Santagata e Vincenzo Cuciniello e che bisognava riorganizzare il gruppo perché in quel momento gli unici soldi che si riuscivano a recuperare erano 2.500 euro a settimana dalla piazza di spaccio di D’Anna e che servivano anche per mantenere i detenuti e che in quel momento Pianura era comandata da Patrizio Cuffaro, affiliato ai Carillo-Perfetto del clan di Salvatore Perfetto». E ancora: «Nell’occasione Carlo Esposito mi disse che aveva della cocaina conservata e mi chiese di acquistarla così come stava già facendo Massimiliano Santagata per aiutarli economicamente. Dal momento che il prezzo era molto alto e cioè 43 euro al grammo, io ne acquistai solamente cento grammi. Dopo ci mettemmo insieme io e Santagata e per questo motivo, proprio perché non volevamo fare affari con loro, fummo anche minacciati da Carlo Esposito». La scissione era appena iniziata.
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