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Il borsino
15 Dicembre 2024 - 10:05
NAPOLI. Il piacere di gustare una tazzina di caffè potrebbe presto diventare un lusso per molti. Le quotazioni della materia prima sui mercati internazionali sono alle stelle, trainate da una serie di fattori che vanno dal cambiamento climatico alle speculazioni finanziarie.
La siccità in Brasile, uno dei principali produttori mondiali, e le difficoltà logistiche globali hanno messo sotto pressione l'offerta, facendo schizzare i prezzi del caffè verde. Il risultato? Un aumento vertiginoso del costo della tazzina al bar, che potrebbe presto passare a 1 euro e 50 centesimi e, per alcuni, addirittura superare i 2 euro. L'Italia, patria del cappuccino e Napoli quella dell'espresso, è particolarmente colpita da questa crisi.
Le torrefazioni sono costrette ad affrontare rincari senza precedenti, che si ripercuotono inevitabilmente sui consumatori finali. La situazione è aggravata dalle speculazioni finanziarie sulle materie prime e dai dazi imposti da alcune nazioni.
Sulla piazza di New York il valore della materia prima è in forte rialzo: la varietà Arabica ha registrato un rialzo del 70% da inizio anno a 3,19 dollari per libbra, ai massimi dal 1997, mentre la miscela Robusta è ai massimi dagli anni Settanta, a quota 5.306 dollari per tonnellata.
Inoltre, il cambiamento climatico rappresenta una minaccia a lungo termine per la produzione di caffè, mettendo a rischio la sopravvivenza di intere comunità di produttori. Un patrimonio culturale a rischio. Il caffè è molto più di una semplice bevanda: è un simbolo della cultura italiana e napoletana, un momento di convivialità e un rito quotidiano per milioni di persone.
L'aumento dei prezzi rischia di erodere questo patrimonio culturale, rendendo il caffè un bene di lusso accessibile solo a pochi. Napoli celebra la sua tradizione, ma guarda al futuro con preoccupazione. Nonostante le difficoltà, la città di Napoli continua a celebrare la sua ricca tradizione del caffè. La Giornata cittadina della cultura del caffè napoletano, istituita lo scorso anno, è stata un'occasione per valorizzare questo patrimonio e promuovere la filiera produttiva locale.
Tuttavia, anche Napoli non può sfuggire agli effetti della crisi globale e si trova a dover affrontare sfide importanti per garantire la sopravvivenza di questo settore. «Negli ultimi 3 anni il prezzo di una tazzina di caffè è aumentato del 15%. Oggi in media un caffè al bar costa 1.20, a Napoli, ma già si passa a 1,50 in alcuni bar di Chiaia per esempio o del Vomero - hanno sottolineato alcuni gestori di locali - A questo punto si stima possa arrivare a toccare i 2 euro nei prossimi mesi a causa del prezzo della materia prima».
Gli ambientalisti puntano l’indice sulla crisi climatica: «Le cause sono molteplici, la prima è sicuramente il cambiamento climatico che potrebbe dimezzare i terreni coltivati entro il 2050 - ha sottolineato Amedeo Sorrentino - Basti pensare a quanto sta succedendo in questi mesi: si passa dalle piogge torrenziali alla siccità».
Per Assoutenti è sempre più reale l'ipotesi del caffè a 2 euro. E le associazioni dei consumatori, confermano che «le forti tensioni che hanno investito le quotazioni del caffè si ripercuoteranno sui listini praticati al pubblico, portando a inevitabili ritocchi al rialzo per la classica tazzina servita al bar, ma anche per il cappuccino».
Una stangata per le tasche dei consumatori che probabilmente rinunceranno anche a questo momento di piacere. «Se mezzo chilo di caffè, in offerta, si trova a 2 euro e 50 centesimi, va da sè che pagare poco di meno per una tazzina al bar è da folli» e considerato che in Italia vengono serviti nei locali pubblici circa 6 miliardi di caffè all'anno, generando un giro d'affari di circa 7 miliardi di euro l’aumento cosa comporterebbe?
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