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Camorra
15 Dicembre 2024 - 10:20
Nella foto i rilievi della polizia sulla scena del delitto; nel riquadro la vittima Gennaro Ramondino
NAPOLI. «Quando raccontai a… che Gennaro Ramondino voleva mettersi in proprio, lui mi rispose: “ora che viene lo ammazzo”».
Così Domenico Di Napoli ha ricostruito agli inquirenti le ore precedenti all’omicidio di “Genny”, ammazzato dal 16enne P. nello scantinato adibito a piazza di spaccio in via Comunale Napoli a Pianura. C’era molta tensione tra i trafficanti di droga del quartiere orbitanti intorno al gruppo Marsicano, di cui era diventato reggente Massimiliano Santagata dopo l’arresto di Emanuele Marsicano.
Ma l’omicidio a freddo del 20enne originario di Fuorigrotta, lo scorso primo settembre. Un caso sostanzialmente chiuso, ferma restando la presunzione d’innocenza degli indagati fino all’eventuale condanna definitiva.
«Per non creare confusione nella piazza di spaccio e per timore che... potesse fare quello che aveva minacciato gli dissi che non doveva permettersi di fare un simile gesto. Sembrava che mi avesse ascoltato, ma a quel punto dato che noi avevamo nello scantinato una pistola 9x21 io per timore che lui potesse utilizzarla la portai dentro casa mia, al piano di sopra. P. mi vide. Salii e poggia l’arma all’ingresso sopra all’appendiabiti, precisando che io lascio sempre la porta dell’abitazione aperta quando la piazza di spaccio è in funzione. Dalle 21 all’una non ho più visto P. , ma sapevo che si trovava giù. In casa ho delle telecamere e quindi posso vedere le persone che arrivano».
«All’una - ha continuato Domenico Di Napoli - ha telefonato Glovo perché erano pronti i panini ordinati e sono uscito per andare a ritirarli. Al ritorno vidi arrivare a bordo di una macchina Gennaro Ramondino, Nunzio Rizzo e Paolo Equabile. Nel momento in cui entrai in casa vidi P. sull’uscio. Il tempo di portare i panini in cucina e sentii scarrellare l’arma, così capii che se n’era impossessato. Lui scese velocemente le scale, io l’ho rincorso. P. puntò la pistola al petto di Gennaro Ramondino sparando diverse volte».
Il 16enne, originario del Rione Traiano, è reo confesso ed è l’unico indagato con l’accusa di omicidio. Di Napoli dovrà rispondere di favoreggiamento personale e distruzione di cadavere.
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