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Il panorama criminale

Ponticelli, guerra di camorra senza sosta

Due incursioni armate del clan De Micco nel fortino dei D’Amico nel Rione Conocal

Ponticelli, guerra di camorra senza sosta

Massimo Lucca e Vincenzo Costanzo

NAPOLI. Due incursioni armate nell’ultima, senza esplodere colpi d’arma ma soltanto per intimidire i nemici, nel rione “Conocal”, storico fortino dei D’Amico. Dimostrazioni di forza, secondo gli investigatori, da parte del clan De Micco, in guerra con i “Fraulella” dal giorno dell’omicidio di Vincenzo Costanzo “Ciculill”, agguato compiuto clamorosamente durante i festeggiamenti per la vittoria del terzo scudetto del Napoli calcio.

Ma a Ponticelli la fibrillazione è ancora più diffusa: due presunti affiliati ai “Bodo” sono tuttora latitanti; si temono vendette e un ritorno sulla scena dei De Luca Bossa-Minichini mentre sul quartiere orientale di Napoli si starebbe allungando l’ombra dei Mazzarella. Dalle ultime informative della forze dell’ordine alla procura antimafia emergerebbe un’ipotesi inquietante l’omicidio di Massimo Lucca, zio di un ras emergente dei D’Amico, segnerebbe una svolta nella guerra di camorra.

Il clan De Micco, sospettato di aver organizzato e attuato l’agguato, avrebbe colpito un uomo che non partecipava alla vita camorristica per lanciare un segnale inequivocabile al vero bersaglio dell’offensiva dei “Bodo”: il reggente del gruppo del “Conocal”. Il quale lo sa bene, tant’è vero che in giro non si vedrebbe spesso.

A Ponticelli quindi, la situazione resta molto tesa e Il quartiere continua a essere nell’occhio del ciclone, dimostrandosi il più “caldo” di Napoli. Gli accordi tra i clan presenti sul territorio (De Micco, D’Amico, De Luca BossaMinichini, Casella) durano poco e si trasformano in disaccordi. Mentre proseguono le ricerche di Giuseppe Perrella e Fabio Riccardi, ricercati per l’inchiesta sulla vendetta dei “Bodo” in seguito al pestaggio in carcere di un affiliato agli alleati De Martino “XX”.

Un episodio per il quale gli altri due indagati sono stati arrestati dai carabinieri lo scorso 15 novembre: Romualdo Amitrano, figlio del più noto Domenico detto “Mim’’a puttana” e Alessio La Volla. Vicenda che dimostra come i fronti aperti siano più di uno e addirittura le ostilità per un periodo si sarebbero trasferite all’interno degli istituti penitenziari.

Tornando all’omicidio del 43enne Massimo Lucca del 19 novembre scorso, è stata subito la vendetta trasversale la pista più seguita dagli investigatori. I carabinieri, coordinati dalla Dda, avrebbero dato una forte accelerata nelle ultime settimane all’indagine che al momento sarebbero indirizzate esclusivamente verso i “Bodo”. L’uomo era caduto in un’imboscata poco dopo essere uscito da casa.

Si trovava in via Callas angolo via Mario Palermo, nei pressi dell’Ospedale del Mare quando due sicari su uno scooter l’avevano intercettato e riempito di piombo con ben quattro colpi di pistola tra il torace e all’addome. Soccorso da un automobilista di passaggio, era arrivato vivo a Villa Betania sia pur in gravissime condizioni. Però non ce l’aveva fatta per la gravità delle ferite e poco dopo era morto. Erano circa le 16. L’ennesima vendetta trasversale era stata realizzata.

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