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Rogo a Fuorigrotta: danni e problemi a Monte Sant'Angelo

Il rogo di Fuorigrotta ha mandato “in fumo” materiale del dipartimento di Biologia che si è scongelato

Rogo a Fuorigrotta: danni e problemi a Monte Sant'Angelo

Il servizio elettrico nelle aree di Fuorigrotta, Agnano e Soccavo a Napoli è tornato lentamente alla normalità dopo l’incendio che ha danneggiato una cabina primaria gestita da E-Distribuzione, la società del gruppo Enel che regola la rete di media e bassa tensione a Napoli. I tecnici hanno lavorato senza sosta per ovviare alla mancanza di un’infrastruttura importante per il sistema elettrico cittadino, come una cabina primaria, cruciale perché funge da nodo centrale per la distribuzione dell'energia elettrica, trasformando l'alta tensione in media e bassa tensione per renderla utilizzabile nelle abitazioni e nelle aziende. Sono stati installati sette generatori di grossa taglia e nove più piccoli nelle zone con viabilità o spazio limitato. Tutte le forniture sono state rialimentate; tuttavia, l'Università a Monte Sant'Angelo è tra i pochissimi clienti con fornitura in Media Tensione che non si è potuta alimentare con l'ausilio delle power station o dei gruppi elettrogeni a causa dell'alto assorbimento elettrico che caratterizza i loro impianti. Per questo tipo di fornitura, i tecnici di E-Distribuzione stanno lavorando direttamente sulla riparazione dei cavi che partono dalla cabina primaria di Fuorigrotta. Con lo stesso criterio, sono già stati rialimentati il vicino ospedale e un centro direzionale di Polizia. Nel vasto Complesso di Monte Sant’Angelo la mancanza di elettricità e di generatori autonomi ha però innescato conseguenze gravissime. A dirlo è Gionata De Vico Direttore del Dipartimento di Biologia che denuncia perdite e gravi danni ad una struttura importante in cui manca l’elettricità da oltre 48 ore e forse sarà riattivata solo oggi ma non si sa quando di preciso. Qual è il bilancio dei danni in queste ore? «Intanto abbiamo perso quasi tutto il materiale scientifico e biologico che avevamo raccolto nei nostri frigoriferi Men80 spenti da oltre 24 ore, e quasi tutto si è scongelato». Perché sono tanto importanti, cosa racchiudono? «Sono risultati di ricerche in corso di pubblicazione o che dovrebbero essere pubblicate, poi abbiamo cellule su cui lavoriamo che sono andate perdute. Inoltre dei Kit comprati da poco per esperimenti e che vanno tenuti in frigo a basse temperature, una parte è stata salvata perché portati a casa e messi nei frigoriferi nostri, altri li abbiamo persi, anticorpi, cellule e campioni rari». Quali sono i campi più importanti di cui si occupa il Dipartimento? «Ci interessiamo di ambienti estremi, di genetica e di malattie genetiche, di Ecopatologie, tutti campi che necessitano di materiale conservato e spesso lavorato a basse temperature». Il danno risulta notevole, è recuperabile? «Per molti aspetti è irrecuperabile. Ora L’ufficio tecnico dell’Ateneo sta provvedendo ad impiantare due generatori per ripristinare la funzionalità dei men80 e salvare il salvabile. Attualmente un piccolo generatore ancora funzionante serve lo stabulario che ospita animali modello e ne conserva il benessere. Intanto faremo una stima dei danni immateriali: parlo di campioni biologici e di anni di ricerca persi. Spero di trovare qualche interlocutore che ci dia una mano a recuperare il possibile in termini economici e non solo». La struttura di Monte Sant’Angelo attualmente è chiusa? «Le lezioni sono sospese. Per le lauree da ieri e ancora per oggi siamo ospitati ad Ingegneria, a via Claudio, dal Direttore Prota che gentilmente ci sostiene in questo momento difficile».

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