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Gli arresti

A Napoli i ras del “pezzotto”, azzerata la base di Marianella

Cristian Fidato è accusato di aver venduto anche video pedopornografici

A Napoli i ras del “pezzotto”, azzerata la base di Marianella

Una centrale Iptv nel cuore della periferia nord di Napoli da cui illegalmente venivano trasmessi sul web e sui social network palinsesti, serie televisive e altri contenuti d’intrattenimento delle principali piattaforme di streaming, è stata smantellata ieri dal nucleo di Polizia economicofinanziaria della guardia di finanza partenopeo in collaborazione con il nucleo speciale Tutela privacy e Frodi tecnologiche di Roma. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Silvio Pavia e dal procuratore aggiunto Alessandro Milita, hanno consentito di scoprire che il 23enne di Marianella Cristian Fidato, promotore dell’associazione per delinquere, aveva messo in piedi anche una chat sulla quale commercializzava, sempre a pagamento, video e foto pedopornografici. Complessivamente, in appena 4 anni, facendo pagare 10 euro al mese (80 euro per il pagamento annuale) alle sue migliaia e migliaia di utenti (6mila dei quali sono stati individuati e verranno sanzionati) era riuscito a incamerare oltre 850mila euro. Tre le persone individuate a cui i finanzieri hanno notificato altrettante misure cautelari emesse dal gip: arresto in carcere per il promotore e obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria per due suoi complici: Fiorino Della Corte, 44 anni, e Anatoliy Perrotta, 30 anni. Nell’abitazione del capo della banda di pirati sono stati trovati circa 1.600 contenuti pedopornografici commercializzati a pagamento su WhatsApp: la tariffe per un pacchetto da 350 video arrivava a 150 dollari. L’indagine ha consentito di individuare anche 6mila utenti (a cui saranno comminate sanzioni tra 150 e 5mila euro), i quali pagavano versando il denaro su conti italiani ed esteri. Duemila di questi avrebbero invece pagato i servizi in criptovaluta, confluita su 64 wallet digitali ora bloccati. Complessivamente nel corso dell’indagine sono stati identificati 46 siti web: 19 inibiti nel corso delle indagini, altri 27 ieri tra cui anche il sito madre, cioè il link che, mediante un complesso sistema di reindirizzamento, portava gli utenti a un nuovo indirizzo web quando la pagina originale non era più esistente in rete. I finanzieri hanno sequestrato una sala server abusiva e moderni apparati informatici in grado di generare valute virtuali insieme con sostanza stupefacente derivata dalla cannabis che il principale indagato produceva in una serra indoor (attrezzata con sistema di irrigazione, luci e termostato) allestita nella centrale. Era riuscita ad accaparrarsi il 40% dello share illegale presente nel nostro Paese “Italia Tv”, la tv web pirata scoperta e bloccata dalla finanza. Il trio, scherzando, si mostrava pienamente consapevole dell’illegalità del proprio operato, come quando hanno simulato l’invio di un esposto ai finanzieri a firma dell’ucraino, nel quale volevano scrivere: «Sono ucraino e vendo pezzotti a quantità industriale alla faccia vostra...». Sempre in tono scherzoso dicevano tra loro «Mi verrai a trovare a Poggioreale per favore?», domandava Fidato.

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