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Camorra
23 Dicembre 2024 - 08:25
Le indagini sono state condotte dalla Squadra mobile di Napoli; nel riquadro l’ex latitante Nicola Rullo, alias “’o nfamone”
NAPOLI. Ricercato per l’accusa di essere stato responsabile di un feroce sequestro di persona, Nicola Rullo aveva deciso di far perdere ogni traccia di sé e per tre mese era anche riuscito nell’intento. Il ras dell’Arenaccia, conosciuto con l’alias di “’o nfamone”, non aveva però fatto i conti con il fiuto investigativo dei poliziotti della sezione Criminalità organizzata dalla Squadra mobile di Napoli (dirigente Leuci, vice questore Sasso), che in queste settimane non hanno mai smesso di dargli la caccia.
La fuga del 54enne boss del clan Contini è giunta al capolinea all’alba di domenica, quando gli uomini dello Stato hanno bussato alla porta della villetta di Lago Patria in cui si era rifugiato insieme alla moglie. Rullo era ricercato dallo scorso settembre, quando si era sottratto all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare che lo vede gravemente indiziato dei reati di sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni personali, aggravati dal metodo mafioso.
In particolare, Rullo sarebbe stato a capo di un gruppo di persone - undici già arrestate negli scorsi mesi per lo stesso reato - che nella serata del 26 settembre avrebbero sequestrato e percosso violentemente un giovane imprenditore e suo padre, per ottenere, in cambio, un’ingente somma di denaro.
Secondo quanto ricostruito dalla Squadra mobile, Rullo e i suoi avrebbero condotto la vittima in un’abitazione nel quartiere Poggioreale e lì l’avrebbero picchiato, colpendola anche con spranghe di ferro e mazze di legno. Successivamente avrebbero condotto in quella stessa casa anche il padre del giovane, picchiandolo e colpendolo al cospetto del figlio che, in quei frangenti, era a terra agonizzante a causa delle percosse subite.
Al padre della vittima sarebbe stato poi detto che nel caso in cui non avesse consegnato, entro poche ore, la cifra di 375.000 euro, suo figlio sarebbe stato ucciso e lui avrebbe fatto la stessa fine. Le indagini hanno consentito di ricostruire gli eventi in maniera chiara e di comprendere come la vittima, dopo essere stata segregata, fosse stata trasportata in un’altra casa a Castel Volturno e lì tenuta rinchiusa per alcune ore, per poi essere scaricata di peso all’esterno del pronto soccorso dell’ospedale Fatebenefratelli di Napoli.
Un ruolo preminente nella vicenda, secondo quanto documentato dagli investigatori, sarebbe stato ricoperto proprio da Nicola Rullo, che sarebbe stato il principale esecutore del sequestro, oltre che del violento pestaggio di padre e figlio. Gli agenti della Mobile, con il supporto dei poliziotti del commissariato Bagnoli, alle prime luci di ieri hanno localizzato il latitante in una villetta in località Lago Patria, dove il ras si era rifugiato con la famiglia.
Rullo è da anni considerato uno degli esponenti di spicco del clan Contini e ha numerosi precedenti per reati associativi e contro la persona. Era stato scarcerato ad agosto dopo essere stato arrestato, sempre da latitante, in Spagna nel dicembre 2023. Nella villetta la polizia ha trovato e sequestrato anche due criptofonini.
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