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23 Dicembre 2024 - 08:32
Nella foto la drammatica rapina consumata nella notte tra l’1 e il 2 gennaio 2021 a Secondigliano
NAPOLI. Insieme ad altri cinque complici si era reso protagonista di una doppia rapina di scooter tanto brutale quanto eclatante. Era la notte dell’1 gennaio 2021 e nel mirino del commando era finito tra l’altro un rider in quel momento impegnato nelle consegne: le fasi dell’assalto armato furono interamente riprese con uno smartphone e in poche ore quelle drammatiche immagini fecero il giro del Paese.
La fuga dei giovanissimi banditi durò però solo pochi mesi e in seguito arrivarono condanne severissime, soprattutto per i due maggiorenni del commando, che in primo grado e in appello rimediarono dieci anni a testa. Di quella gang faceva parte anche Carmine Guarracino, figlio del ras del clan Di Lauro Raffaele Guarracino, oggi ventenne e, soprattutto, deciso più che mai a dare un taglio ai proprio trascorsi da aspirante malavitoso.
La svolta nella vita di Guarracino junior potrebbe essere arrivata pochi giorni fa, con la decisione della corte di appello minorile che, ritenendo conclusi con esito positivo i tre anni di messa alla prova, ha dichiarato definitivamente estinto il grave reato di cui l’ex babybandito doveva rispondere.
Un risultato che premia, oltre alla condotta dell’imputato, anche il paziente lavoro portato avanti in questi anni dal suo legale, il penalista Luca Mottola, che da subito si è battuto affinché al suo assistito la giustizia garantisse una seconda possibilità. In primo grado l’istanza era stata infatti rigettata, ma il difensore non ha mai gettato la spugna e in appello, dove Guarracino era stato condannato a 4 anni e 6 mesi, ecco che è stata finalmente concessa la messa alla prova.
Da quel momento in poi il figlio dell’ex ras secondiglianese sembra pian piano aver rimesso la testa a posto: ha imparato un mestiere difficile e faticoso, quello di pizzaiolo, e oggi lavora in un noto locale del lungomare di Napoli. Non solo, il ventenne ha anche ripreso i libri in mano conseguendo l’agognato diploma.
Carmine Guarracino sembra del resto aver preso coscienza del grave reato di cui si è reso protagonista quella notte e l’ha dimostrato anche nel corso dell’ultima udienza del processo di appello, quando ha reso una breve dichiarazione spontanea in aula e ha ringraziato «la corte di appello e la comunità che mi ha accolto per avermi dato una possibilità, consentendomi di prendere in mano la mia vita».
Il giovane ha poi rivolto ancora una volta le proprie scuse al rider Giovanni Lanciato, vittima di quell’efferato assalto finalizzato a sottrargli lo scooter usato per le consegne.
L’avvocato Mottola, incassato il favorevole verdetto, non ha fatto mistero di una certa commossa soddisfazione: «Siamo riusciti a salvare un ragazzo proveniente da un contesto e da un quartiere difficili». Le aspirazioni di Guarracino sembrano intanto non essere finite qui.
Il giovane, infatti, è intenzionato come non mai a proseguire nella sua nuova attività lavorativa e tra pochi giorni lascerà Napoli per trasferirsi a Milano, dove continuerà a lavorare per la celebre catena di pizzerie che l’ha accolto.
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