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Arrestato il ras degli ormeggi

Nuova accusa per “’o scognato”: pretese 30mila euro per la permuta di un gommone

Arrestato il ras degli ormeggi

NAPOLI. Mese dopo mese le grane giudiziarie per il boss di Bagnoli sembrano destinate ad allungarsi sempre più. Massimiliano Esposito, alias “’o scognato”, già arrestato pochi mesi fa per associazione mafiosa, da ieri pomeriggio si trova indagato anche per un’altra vicenda scottante: una sospetta estorsione a un ormeggiatore di Coroglio. Il ras avrebbe ripetutamente minacciato l’ormeggiatore di imbarcazioni di Nisida intimandogli di corrispondergli un “regalo”, una cospicua somma di denaro, per poter continuare a svolgere la sua attività presso i moli dell’isolotto flegreo. L’ipotesi di reato è tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip De Micco del tribunale di Napoli su richiesta della Dda partenopea, mentre le indagini sono state condotte dalla Squadra mobile e hanno ricostruito la presunta estorsione, che si è protratta nel corso dei mesi, e che avrebbe visto il ras minacciare più volte l’ormeggiatore affinché corrispondesse la tangente in denaro. In alcune occasioni, la vittima sarebbe stata anche convocata nell’abitazione dell’estorsore, dove avrebbe subito ulteriori pressioni e violenze fisiche per costringerlo a pagare.

Il boss, secondo quanto emerso dalle indagini, non aveva però formulato una precisa richiesta estorsiva alla vittima ma avrebbe fatto genericamente riferimento a un “regalo”, sebbene sostenesse di vantare un credito di circa 30mila euro per un affare legato alla permuta di un gommone; una somma di denaro calcolata in suo favore e non confermata dall’ormeggiatore vittima. La cattura di Massimiliano Esposito era avvenuta a ottobre scorso, dopo un mese trascorso da ricercato. La retata era scattata a due passi dall’albergo a ore “Napoleon” situato in località Qualiano.

Resosi conto di essere ormai braccato, “’o scognato” aveva abbozzato un tentativo di fuga, contando forse sulla potenza dell’auto sportiva che stava guidando, una vistosa Audi “R8” color viola. Il tentativo si è però subito rivelato fallimentare e per il 53enne ras sono scattate le manette. Esposito, stando a quanto emerso fin dalla prima perquisizione, non aveva addosso armi e neppure documenti falsi. Dopo le formalità burocratiche di routine, per lui si sono quindi spalancate le porte del carcere di Secondigliano, dove si trova tuttora detenuto e dove ieri pomeriggio gli è stata notificata la nuova ordinanza di custodia cautelare.

Stando a quanto emerso dalla precedente inchiesta della Dda di Napoli, la cosca flegrea, estensione del temibile clan Licciardi di Secondigliano, negli ultimi anni avrebbe conquistato il monopolio degli affari illeciti tra Bagnoli, Coroglio e parte di Cavalleggeri d’Aosta. Il clan avrebbe organizzato in particolare un colossale giro di spaccio di droga nelle discoteche della zona, soprattutto in quelle di Coroglio, e imposto decine di estorsioni ai parcheggiatori abusivi, altra storica piaga di quel pezzo di Napoli. Adesso la nuova accusa.

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