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Camorra

Venti di guerra ai Tribunali, stesa nel vicolo della morte

Caccia ai due sicari, ipotesi intimidazione contro i reduci del clan Buonerba

Venti di guerra ai Tribunali, stesa nel vicolo della morte

NAPOLI. Cinque bossoli calibro 9x21 sul selciato di via Oronzo Costa, a Forcella, segno inequivocabile di una stesa nella strada diventata tristemente famosa per la guerra tra i Sibillo dei Tribunali e i Buonerba di Forcella. Alle 3 circa di ieri i residenti nella zona sono stati svegliati dal rumore dei colpi, ma nessuno ha pensato di dare l’allarme chiamando immediatamente le forze dell’ordine.

Poco male: una Volante della polizia è giunta sul posto poco dopo, dando il via alle indagini. Così, la Scientifica ha repertato i colpi, che non hanno provocato ferimenti né danni. L’ipotesi investigativa prevalente, almeno per il momento, porterebbe a un’intimidazione al gruppo cosiddetto dei “capelloni”, i Buonerba. In via Oronzo Costa fino al 2019 le stese notturne erano la normalità, anche se il clou della guerra di camorra tra i due clan (con i Sibillo alleati dei Contini e i Buonerba dei Mazzarella) si ebbe con l’omicidio del giovane ras Emanuele Sibillo, il 2 luglio 2015 ad opera di un gruppetto di sicari che quella notte attese al varco “Es17”, componente del commando che entrò in azione per intimidire i nemici nel loro quartier generale.

Le sparatorie continuarono anche negli anni a venire per poi cessare improvvisamente. Cosicché l’episodio di ieri è inquietante perché potrebbe riaprire una ferita ancora aperta. Le indagini sulla sparatoria di via Oronzo Costa, strada chiusa e senza telecamere, sono condotte dai poliziotti della Squadra mobile della questura, ai quali i colleghi dell’Upg hanno trasmesso l’esito dei primi accertamenti compiuti.

Si cercano immagini di telecamere che potrebbero avere immortalato i pistoleri, almeno due su uno scooter secondo le notizie finora raccolte dagli investigatori. Nulla di nuovo né di particolarmente allarmante, se non fosse per il luogo in cui si è verificata la sparatoria. Sono tutti in carcere i responsabili dell’omicidio di Emanuele Sibillo, diventato una leggenda negli ambienti di malavita al punto che gli era stato dedicato un altarino con tanto di busto che ne raffigurava il viso.

La Direzione distrettuale antimafia e le forze dell’ordine hanno inferto duri colpi sia ai Buonerba che ai Sibillo, ma ormai tutti sanno che a Napoli il turn over nei clan è continuo. Certo, va sottolineato che l’arresto dei vertici e dei luogotenenti li ha notevolmente diminuiti e oggi, come dimostra anche il numero degli omicidi drasticamente calato, la città è meno nella morsa della criminalità organizzata.

Alla base della “stesa” di ieri potrebbe pure esserci, ecco la seconda pista seguita, un litigio pregresso tra qualcuno che abita in via Oronzo Costa, non necessariamente legato ai Buonerba, e un esterno di un altro quartiere, anche in questo caso non necessariamente vicino ai Sibillo. In sostanza per gli investigatori è giusto guardare al passato e tenere conto dei precedenti, ma il mondo della criminalità è cambiato in questi anni. Unica certezza: si è trattato di un episodio di stampo camorristico e il calibro usato è indicativo.

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