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Scampia

Cenone amaro per il latitante

Luca Salerno stanato durante il veglione: «Potevate farmi finire la cena con mamma»

Cenone amaro per il latitante

Il blitz nell’appartamento di Scampia è stato messo a segno dai carabinieri; nel riquadro l’arrestato Luca Salerno, 30 anni

NAPOLI. Dal cenone di Capodanno al carcere, con il rammarico di non aver potuto finire di mangiare con “mammà”. Sta nella frase finale, pronunciata in dialetto napoletano, il triste epilogo della fuga di un 30enne di Secondigliano arrestato dai carabinieri nelle ore iniziali del 2025 nell’appartamento di Scampia in cui stava per festeggiare l’arrivo del nuovo anno con i familiari.

Luca Salerno, che aveva rotto i domiciliari per droga ad agosto scorso, è il figlio di Claudio Salerno, vicino ai Di Lauro, ucciso il 28 ottobre del 2004 nell’agguato che rappresentò il primo attacco degli “Scissionisti”. Tant’è vero che il bersaglio principale, anch’egli deceduto all’istanmte, era Fulvio Montanino detto “Fulvietto”, fedelissimo di Cosimo Di Lauro (figlio di Paolo detto “Ciruzzo o’ milionario”).

Per Luca Salerno la prima notte del 2025 sarà indimenticabile. Antipasti e primo piatto appartenevano già al passato, letteralmente al 2024, quand’è scattato il blitz dei carabinieri della Stazione di Secondigliano. Struffoli e dolci natalizi erano ancora da scartare: una breve pausa per il conto alla rovescia, un saluto al nuovo anno, baci e abbracci, spumante nei calici e una cucchiaiata di lenticchie perché, come da tradizione, vanno mangiati in quanto “portano soldi”. Poi, per il secondo round tutti di nuovo in tavola.

Ma a quel punto è scambiata completamente la scena perché agli invitati presenti si sono aggiunti gli “imbucati” sgraditi: i militari dell’Arma. Così, i sorrisi per i festeggiamenti in corso si sono spenti. Secondo la ricostruzione degli investigatori il capo famiglia, il 30enne di Secondigliano, è stato l’ultimo a sentire il campanello della porta; ma certamente il primo a capire che quelle uniformi non erano lì per unirsi alla festa.

Sapeva che deve scontare quasi sei mesi di carcere perché da agosto dello scorso aveva lasciato i domiciliari senza autorizzazione sparendo dai radar. I carabinieri della stazione di Secondigliano non avevano mai smesso di cercarlo, anche nella notte più lunga dell’anno, scoprendo che Luca Salerno era tornato a casa per festeggiare il Capodanno in famiglia. Lì lo hanno arrestato in esecuzione di un provvedimento della procura di Napoli Nord, fino all’altro ieri pendente.

Il resto della storia è un classico: ha lasciato la casa, concludendo la notte nel carcere di Poggioreale. Il padre di Luca Salerno (che non ha precedenti per camorra) fu ucciso nel corso dell’agguato che segnò l’attacco degli “scissionisti” al clan Di Lauro. Nel 2016 fu arrestato dalla polizia per spaccio e gli stessi investigatori si meravigliarono trovandosi di fronte l’incensurato figlio di Claudio, ammazzato il 28 ottobre 2004 nel corso della prima faida di Secondigliano.

Con quest’ultimo c’era Fulvio Montanino, bersaglio del raid in quanto fedelissimo di Cosimo Di Lauro, assassinato contemporaneamente. Ad arrestare Luca Salerno (che abitava in viale della Resistenza) furono i poliziotti della squadra giudiziaria del commissariato Scampia.

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